L’Italia ha predisposto un Piano vaccinale firmato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, dal Ministero della Salute, dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dall’Agenzia Italiana del farmaco (Aifa) e dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas). Il piano, in sette capitoli, fornisce le linee di indirizzo in merito alla strategia di vaccinazione. Ecco tutti i dettagli.
Prima i più fragili e i più esposti
Il piano strategico anti covid-19 ha individuato tre categorie che avranno la priorità nell’accesso al vaccino: operatori sanitari e sociosanitari, persone in età avanzata e personale dei presidi residenziali per anziani. Queste sono le categorie che è indispensabile proteggere per prime perché più esposte al rischio di contagio o con un rischio di gravi conseguenze più alto. Gli operatori sanitari e sociosanitari, sia pubblici che privati accreditati, sono diventati in questi mesi i baluardi della lotta al Covid, per loro c’è un duplice rischio: sono più esposti all’infezione e rischiano di trasmetterla a persone fragili. Inoltre vaccinare gli operatori sanitari e sociosanitari permette di mantenere in buone condizioni di salute il servizio sanitario. Purtroppo tanti focolai si sono verificati in strutture residenziali per anziani, persone spesso con patologie e più esposte al rischio di gravi complicazioni. Pertanto le persone anziane, i residenti e personale dei presidi residenziali per anziani sono nel gruppo che per primo riceverà il vaccino. Il piano stima che queste tre categorie ammontino a circa un decimo della popolazione italiana, più di 6 milioni e 400mila persone. Subito dopo sarà il turno degli insegnanti e del personale scolastico, delle forze dell’ordine, del personale delle carceri e dei luoghi di comunità, e di quanti impiegati in servizi essenziali.
La logistica e l’approvvigionamento: l’hub centrale e 300 punti vaccinali
Nel primo trimestre del 2021 l’Italia acquisterà 20 milioni di dosi del vaccino. Di queste, 3,4 milioni del vaccino della Pfizer, necessitano di essere conservate a una temperatura compresa tra i -20 e i -70 gradi. Per questi ultimi saranno predisposti 300 punti vaccinali, condivisi con le Regioni, presso i quali l’azienda produttrice consegnerà il farmaco. Per gli altri vaccini che necessitano di una catena del freddo standard compresa tra i 2 e gli 8 gradi, vi sarà un hub nazionale e diversi siti regionali. L’hub di stoccaggio nazionale, come ha spiegato Arcuri, sarà all’aeroporto militare di Pratica di Mare. La distribuzione dei vaccini, in particolare relativi alla catena del freddo standard, avverrà con il coinvolgimento delle forze armate. Il responsabile di tutta la logistica sarà il Commissario Straordinario Domenico Arcuri.
I punti vaccinali: in 7 mesi saranno vaccinare 30 milioni di persone
La campagna vaccinale, nelle sue fasi iniziali, sarà gestita a livello centrale con l’identificazione di siti ospedalieri o peri-ospedalieri e l’uso di unità mobili per le persone che non possono raggiungere autonomamente punti di vaccinazione. Nei primi 7 mesi della campagna vaccinale saranno somministrate circa 60milioni di dosi a 30milioni di persone e saranno impiegate circa 20mila figure professionali, tra medici, infermieri e personale amministrativo.
Quando il piano sarà entrato a regime e con l’aumento della disponibilità delle dosi, potranno essere realizzate a livello territoriale delle campagne su larga scala presso centri vaccinali organizzati ad hoc coinvolgendo anche gli ambulatori dei medici di famiglia.
Il sistema informativo: le comunicazioni tra le istituzioni e i cittadini
È prevista la predisposizione di un sistema informativo che permetta l’interazione rapida tra i sistemi regionali e nazionali, al fine di rendere più efficienti i processi organizzativi a partire dalla distribuzione delle forniture. È a vaglio anche la realizzazione di nuove piattaforme per consentire l’interazione dei cittadini con il sistema sanitario.
La sorveglianza immunologica: gli studi indipendenti dell’Aifa
Sarà fondamentale tenere traccia di eventuali reazioni avverse nei pazienti a cui sarà somministrato il vaccino. L’Aifa, coadiuvata da un Comitato scientifico nominato ad hoc, promuoverà studi indipendenti post-autorizzativi sui vaccini Covid. Inoltre sarà condotta un’indagine sierologica al fine di valutare la risposta immunitaria, la durata della memoria immunologica, e identificare i correlati di protezione. Tale monitoraggio sarà coordinato dall’Iss e gli esami saranno eseguiti immediatamente prima della vaccinazione e a distanza di 1, 6 e 12 mesi. Le rilevazioni saranno pubblicate ed utilizzate a fini informativi e valutativi.
Comunicazione: la formazione dei medici
Il piano tocca anche il delicato punto della comunicazione delle ragioni e degli iter della campagna vaccinale. Rileva come sarà necessario rassicurare in merito alla sicurezza del farmaco e alla scelta di somministrare le prime dosi ai soggetti più fragili ed esposti. Particolare attenzione sarà posta sul personale sanitario cui sarà dedicato un percorso di formazione alla comunicazione della campagna. Infine il piano prevede di collaborare con tutti i media, tradizionali e non, per la diffusione di informazioni affidabili e validate dal ministero della Salute.
Valutazione di impatto epidemiologico e modelli di valutazione economica
L’ultimo punto del piano è dedicato alla valutazione dell’impatto economico dell’epidemia da Sars-Cov-2 sia sull’economia che sui conti del sistema sanitario. Sarà necessario realizzare un’analisi costo-efficacia dell’impatto della vaccinazione sulla Sanità Italiana. Il piano punta anche a individuare eventuali discriminazioni in base al censo nell’esposizione al Sars-Cov-2 e nell’accesso al vaccino. In definitiva, le valutazioni economiche dovranno fornire “una base razionale per supportare le scelte di Sanità Pubblica, e in prospettiva, uno strumento decisionale standardizzato per le future esigenze ed emergenze sanitarie”.
(startmagazine)