Il Ministero dello sviluppo economico ha licenziato uno schema di d.p.r. che impone una verifica straordinaria degli ascensori esistenti, attribuendo ai soggetti verificatori la facoltà di prescrivere una serie di costosi interventi a carico dei proprietari di casa. Lo segnala Confedilizia, sottolineando che l’obbligo in questione non è in alcun modo previsto dalla direttiva europea di cui il d.p.r. costituisce attuazione. Poiché la disposizione viene motivata con l’esigenza di aumentare il livello di sicurezza degli impianti di ascensore, l’avvocato di Confedilizia Foggia, Alessandra Granata, ricorda che: 1) ogni sei mesi, per legge, gli ascensori sono sottoposti a manutenzione da tecnico abilitato o ditta specializzata, con verifica di paracadute, limitatore di velocità, dispositivi di sicurezza, funi, catene e attacchi, isolamento impianto elettrico e collegamenti con la terra; 2) ogni due anni, per legge, gli ascensori sono sottoposti a verifica dall’Asl o dall’Arpa o da un organismo di certificazione autorizzato dal Ministero dello sviluppo economico e notificato alla Commissione europea; 3) sempre per legge, qualora il manutentore rilevi un pericolo, deve fermare l’impianto, fino a quando non sia stato riparato, informandone il proprietario, l’incaricato delle verifiche periodiche e il Comune per l’adozione di eventuali provvedimenti di competenza.
Basta raffrontare i controlli previsti per gli ascensori con quelli obbligatori nei confronti dei veicoli per comprendere che già oggi la legge prevede, per gli ascensori, obblighi stringenti, senza raffronti con altri settori. È palese, a giudizio dell’Organizzazione dei proprietari di casa, che la sicurezza è garantita, tanto che bassissima è la percentuale di incidenti, in presenza di un traffico giornaliero di passeggeri da 30 a 40 milioni. “Ci appelliamo al Presidente del Consiglio – ha dichiarato l’avvocato di Confedilizia – affinché non venga imposta a milioni di famiglie, già provate dalla congiuntura economica, una spesa che annullerebbe in un colpo solo gli effetti dell’abolizione della Tasi sull’abitazione principale, imponendo esborsi pari al doppio del gettito della Tasi stessa. La sicurezza è un mero pretesto, perché cela interessi di alcune categorie che intendono lucrare a spese di condomini e proprietari di casa”.