COM’ERA LA CAPITANATA NEL 1600

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Mentre la digitalizzazione del patrimonio bibliotecario italiano continua ad arrancare (l’ultimo post di Internet Culturale, il sito che ospita cataloghi e collezioni digitali delle biblioteche italiane, risale a febbraio dell’anno scorso), Gallica, il meraviglioso portale della Biblioteca nazionale di Francia, continua a sfornare chicche deliziose, che riguardano il nostro territorio.

Ne abbiamo parlato in diverse occasioni, per esempio scovando uno spettacolare disco inedito di Umberto Giordano.

Oggi ci occupiamo di una rara carta geografica della Capitanata, realizzata nel 1668 da Philippe Briet, geografo e cartografo francese, gesuita.

Intitolata La Principauté et la Capitanate, la carta raffigura le due province del Regno di Napoli di fine Seicento: la Capitanata, appunto, e il Principato, che allora comprendeva Benevento ed Avellino.

Facente parte della Collezione geografica del marchese di Paulmy, la carta, di dominio pubblico è stata digitalizzata e messa on line nel 2018. Il formato originale misura 19 x 14,3 cm.

Come sempre succede per le antiche carte geografiche, il documento è una preziosa fonte di informazioni sulla storia e sul passato del territorio, e su come si sia modificato nel corso dei secoli.

Tra gli aspetti più sorprendenti della carta disegnata da Philippe Briet, l’isolotto che si vede davanti alla foce del Fortore. Inoltre, si nota una diffusa presenza di aree umide ed acquitrinose.

La carta ci permette anche di capire come era urbanizzato il territorio provinciale a quei tempi.

I principali centri della Capitanata, da nord a sud, erano Termoli, Campo Marirno (che allora facevano parte del territorio dauno), Gaglionesi (l’attuale Guglionesi), Lesina, Percina (l’attuale Apricena), Chieti (l’attuale Chieuti), Serra Capriola; sul Gargano, Rhodia (l’attuale Rodi Garganico), S.Licandro (l’attuale Sannicandro Garganico), Ischitella, Vieste, Monte S.Angelo, Manfredonia, Siponto, S. Gioanni di Ritondo (l’attuale San Giovanni Rotondo); sui Monti Dauni, Celenza, Volturara, Castellutio di Valle Maggiore (l’attuale Castelluccio Valmaggiore), Troia, Bovino, Decellito (l’attuale Deliceto), Ascoli; nel Tavoliere, sempre procedendo da nord a sud, S.Seviero (l’attuale San Severo), Luceria (l’attuale Lucera), Foggia, Castellutio di Schiavi (l’attuale Castelluccio dei Sauri), Cerignola.

Sulla carta figurano anche località ormai scomparse, o quasi, come Civita a mare, Tragonara, Porto Greco, S.M. de Varano, Briselin, S.Leonardo e la quasi leggendaria Salpe, che sorgeva tra Margherita di Savoia e Trinitapoli.

C’è anche Ferentino, ovvero Castel Fiorentino, luogo dove esalò l’ultimo respiro Federico II di Svevia.

Il confine settentrionale si spingeva ben oltre quello attuale definito dal torrente Saccione e perfino al di là del Biferno, per raggiungere il Trigno. Il confine meridionale era invece rappresentato dall’Ofanto.