CIA PUGLIA: “NO ALLO SLITTAMENTO DI GRANAIO ITALIA, CEREAGRICOLTORI TRADITI”

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Dal Senato il via libera alla proroga, Sicolo: “Danneggiati produttori e consumatori”

“I cerealicoltori italiani, e quelli pugliesi in modo particolare, ancora una volta sono stati traditi. Lo slittamento al 2025 dell’istituzione di Granaio Italia e, dunque, del Registro Telematico dei Cereali, è una pessima notizia. La proroga è stata già approvata in Commissione Agricoltura e Industria del Senato. CIA Agricoltori Italiani di Puglia fa appello ai parlamentari pugliesi di tutti gli schieramenti, affinché questa decisione sia revocata e non diventi esecutiva. In gioco c’è il futuro di un settore, quello cerealicolo, che sta vivendo uno dei peggiori momenti della propria lunga e gloriosa storia”.

E’ Gennaro Sicolo, presidente regionale di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, a esprimere rabbia e sconcerto per quanto deciso in queste ore nell’elaborazione del cosiddetto Milleproroghe. Il decreto per l’istituzione del registro telematico dei cereali era stato firmato, ad aprile dello scorso anno, dal precedente ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli. I cerealicoltori ritengono fondamentale l’avvio del nuovo sistema che prevede azioni di contrasto, e naturalmente le relative sanzioni, verso fenomeni speculativi. Tutto questo anche a maggiore tutela per i consumatori della filiera del pane e della pasta, poiché il monitoraggio più stringente sulle operazioni di carico e scarico dei cereali, anche di quelli importati, aumenta la sicurezza alimentare.

“Il tracciamento interno”, ha spiegato Sicolo, “è fondamentale: non possiamo permettere che la sicurezza alimentare della filiera della pasta e di quella del pane sia messa in secondo piano rispetto a chi vuole spingere valore e qualità verso il basso pur di incrementare i propri profitti a danno dei cerealicoltori e dei consumatori”.

“Granaio Italia”, ha aggiunto Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata, “consente un accurato monitoraggio delle produzioni cerealicole presenti sul territorio nazionale, stabilisce le modalità operative per la rilevazione nel registro, istituito nell’ambito dei servizi del SIAN (Sistema Informativo Agricolo Nazionale), dei flussi di carico e scarico inerenti ai quantitativi di cereali e di farine di cereali detenuti a qualsiasi titolo dagli operatori delle filiere agroalimentari”. Sulla stessa lunghezza d’onda, anche Giuseppe De Noia, presidente di CIA Levante (Bari-Bat): “Si tratta di un sistema, dunque, che rappresenta una maggiore garanzia sia per i consumatori che per i produttori italiani, soprattutto alla luce di un periodo di guerra che condiziona gli approvvigionamenti e influisce sulla volatilità dei prezzi riconosciuti ai ceralicoltori. Prezzi che, in questo periodo, hanno fatto registrare uno scandaloso crollo delle quotazioni del grano duro, scese di circa 150 euro alla tonnellata dai livelli raggiunti a giugno”.

La nuova normativa riguarda tutta la filiera, dalle imprese agricole a cooperative, consorzi, imprese commerciali, imprese di importazione e – limitatamente alle operazioni di carico – aziende della prima trasformazione. Le registrazioni, con l’istituzione di Granaio d’Italia, devono essere effettuate dagli operatori che detengono, acquistano, macinano e da quelli che vendono un quantitativo del singolo cereale o farina superiore a 30 tonnellate annue.