Grande partecipazione alla Giornata mondiale dell’udito, in Casa Sollievo della Sofferenza visitati oltre 60 pazienti di fascia giovanile e adulta
Dopo i 60 anni di età più del 65% della popolazione presenta problemi di udito medio-gravi e secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità negli ultimi quindici anni anche tra gli adolescenti c’è stato un aumento di casi del 30%.
In occasione della Giornata Mondiale dell’Udito, celebrata lo scorso 3 marzo, l’Unità Operativa di Chirurgia Maxillo Facciale Otorinolaringoiatria e l’Unità di Trattamento della Sordità Profonda di Casa Sollievo della Sofferenza, hanno preso parte alle iniziative di sensibilizzazione proposte dalla Società Italiana di Otorinolaringologia offrendo prestazioni specialistiche gratuite ed esami di screening uditivo volti a sensibilizzare la cura dell’orecchio e dell’udito.
«Oltre 60 pazienti di fascia giovanile e adulta hanno aderito all’iniziativa – ha riferito Lucio Vigliaroli, otorinolaringoiatra responsabile dell’Unità Trattamento della sordità profonda – presentandosi spontaneamente agli ambulatori attivati presso il Poliambulatorio Giovanni Paolo II e presso l’Ospedale. Attraverso gli screening eseguiti abbiamo avuto un riscontro di udito normale nel 45% dei pazienti esaminati, di sordità medio-grave in un altro 45% e di sordità profonda nel 10% dei casi. I pazienti che hanno presentato problematiche rilevanti sono stati orientati e indirizzati ad ulteriori accertamenti, cure mediche o chirurgiche o addirittura protesiche».
Oggi purtroppo l’accettazione di un programma riabilitativo dell’udito in pazienti ultra sessantenni è ancora molto molto basso, tuttavia «accettare un percorso di questo tipo è fondamentale – ha spiegato l’otorinolaringoiatra Rocco Ortore – perché è stata dimostrata una correlazione tra disturbo uditivo e decadimento cognitivo. Si è visto, infatti, come un problema uditivo possa in qualche modo accelerare o addirittura generare un problema neurocognitivo, pertanto una cura riabilitativa dell’udito potrebbe ridurre l’incidenza di patologie neurodegenerative e viceversa, nei pazienti che hanno già un decadimento cognitivo la riabilitazione uditiva potrebbe migliore le performance globali».
In costante aumento è anche la perdita di udito tra le nuove generazioni a causa di abitudini di vita che portano sempre più ragazzi ad esporsi a livelli sonori potenzialmente dannosi come discoteche, concerti o più banalmente l’uso prolungato delle cuffiette da musica. «Per prevenire quanto più possibile la perdita di udito – ha suggerito Eleonora Trecca, otorinolaringoiatra – sarebbe importante invogliare la popolazione più giovane ad utilizzare la tecnologia a proprio vantaggio, istallando sul proprio smartphone delle app che avvisano quando l’ambiente intorno presenta dei decibel troppo elevati oppure regolare il volume del cellulare seguendo le impostazioni predefinite. In ogni caso sarebbe opportuno evitare di essere esposti per lungo tempo e in maniera troppo ravvicinata a fonti di rumore elevato».