ASP ZACCAGNINO: AUMENTO PREZZI CONCIMI E PRODOTTI PER L’AGRICOLTURA, SPECULAZIONE?

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È notizia di queste ore che nel mese di gennaio 2022 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, registra un aumento dell’1,6% su base mensile e del 4,8% su base annua (da +3,9% del mese di dicembre 2021). Si tratta di un aumento del costo della vita che non si vedeva dal 1996, a sottolineare quanto sia fonte di preoccupazione questo livello di inflazione non solo per le famiglie, ma per tutti i comparti produttivi del paese. L’allarme proviene soprattutto per la considerevole impennata dei costi energetici, legati al gas e ai combustibili fossili, con incrementi che hè anno fatto scalpore già dal mese scorso.

Ma questo livello di inflazione non è minimamente paragonabile con quanto accade nel mondo agricolo, dove si registrano impennate dei prezzi che si aggirano e spesso superano il 100%. Da molte parti è già stata correttamente e giustamente segnalata la preoccupazione per i produttori cerealicoli, in conseguenza dei forti aumenti che si sono registrati per i concimi, i carburanti ed altri prodotti occorrenti per le colture; per tutti, basti ricordare questi dati:

–             il costo del gasolio agricolo è quasi raddoppiato da dicembre 2020 a dicembre 2021, passando da 54 centesimi di euro a 89 centesimi al litro;

–             nello stesso periodo (dicembre 2020 – dicembre2021) il grano per seme da 40 euro a quintale è passato a oltre 90 euro;

–             nondimeno sono aumentati i costi dei concimi: in particolare l’urea, fondamentale nella fase post-semina del grano, è passata da 350 euro a 850 euro a tonnellata, segnando un incremento di quasi il 150% (precisamente +143%).

Questi dati rendono bene l’idea di quanto sia esorbitante l’incremento dei costi che le aziende agricole, e cerealicole in particolare, si trovano a dover affrontare in questo frangente: si calcola che coltivare il grano in Italia quest’anno costerà 400 euro in più per ogni ettaro, erodendo in maniera significativa i già esigui margini di guadagno dalla coltura dei cereali.

I dubbi che questi aumenti non siano del tutto giustificati appaiono quindi avere fondamento, e le preoccupazioni per la tenuta delle aziende agricole sono forti e profonde, anche perché non ci sono garanzie per la tenuta dei prezzi del grano sui mercati, influenzati come sono dagli andamenti a livello globale e dalle importazioni di grano estero.

Occorre difendere l’agricoltura, non solo per le valenze produttive ed economiche, ma anche per il ruolo che gli agricoltori svolgono per la tutela del territorio, per il contrasto all’abbandono delle campagne e delle aree interne, per la conservazione dell’ambiente e del paesaggio.

Auspichiamo, per questo, urgenti interventi delle autorità preposte per monitorare e calmierare i prezzi dei concimi, a studiare ed attuare efficaci misure di sostegno al comparto agricolo, a partire da idonee forme di controllo del sistema di formazione dei prezzi dei cereali, coinvolgendo in forme appropriate le associazioni rappresentative delle aziende agricole.

Il Commissario Straordinario

avv. Patrizia C. Lusi