APPROVATO IL DECRETO DIGNITA’

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Via libera al provvedimento che introduce misure urgenti per la dignità dei lavoratori e delle imprese, oltre a norme finalizzate alla limitazione dell’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, alla salvaguardia dei livelli occupazionali, al contrasto della delocalizzazione delle imprese e alla lotta al fenomeno della ludopatia ed anche disposizioni in materia di semplificazione fiscale.

Ecco le novità del provvedimento

Contratto a termine: i nuovi contratti potranno essere stipulati per una durata massima di 12 mesi e, in seguito, sarà necessaria una causale per il rinnovo. La durata massima sarà pari a 24 mesi e saranno concesse al massimo quattro proroghe. A ogni rinnovo sarà previsto un contributo aggiuntivo di 0,5 punti. Tali novità si applicheranno anche ai contratti di somministrazione.

Illegittimità del licenziamento: sarà modificato l’indennizzo in caso di licenziamento illegittimo del lavoratore con contratto a tutele crescenti. Infatti, il risarcimento sarà compreso tra 6 a 36 mensilità.

Pubblicità sui giochi: il divieto di promuovere scommesse, lotto, gratta e vinci, slot e giochi online, così come le sponsorizzazioni, sarà previsto dal 1.01.2019. Per i contratti in essere prima del decreto, la scadenza è fissata per il 30.06.2019.

Split payment: l’intenzione di abolire il meccanismo dello split payment è stata convertita nel ridimensionamento del perimetro di applicazione del sistema, con esclusione per i compensi relativi a prestazioni di servizi assoggettati a ritenute alla fonte a titolo d’imposta sul reddito, tra i quali rientrano quelli dei professionisti.

Spesometro: anche per lo spesometro, dalla volontà di abolizione dell’obbligo di trasmissione dei dati delle fatture, si è passati a un rinvio dei termini previsti per i dati delle fatture del 3° trimestre 2018 al 28.02.2019. L’abrogazione dell’obbligo decorrerà dal 1.01.2019, con l’entrata in vigore della fatturazione elettronica.

Redditometro: il provvedimento rivisita la disciplina, con abrogazione della norma che consente il suo utilizzo dall’anno di imposta 2016 come strumento di accertamento sintetico. Con successivi decreti sarà stabilito il contenuto induttivo degli elementi indicativi di capacità contributiva.

Delocalizzazione: qualora, entro 5 anni dalla concessione di un contributo in conto capitale, l’impresa delocalizzi la propria attività in un altro Stato non Ue, con conseguente riduzione del personale di almeno il 50%, è prevista la restituzione del bonus ricevuto.

Redditometro. Il redditometro viene modificato mediante l’introduzione di una disposizione secondo cui il decreto ministeriale attualmente vigente, che elenca gli elementi indicativi di capacità contributiva (Dm 16 settembre 2015), non ha più effetto per i controlli ancora da eseguire relativi al 2016 e agli anni successivi”. Inoltre, si legge ancora, “si stabilisce l’adozione da parte del Mef di un nuovo decreto in materia, dopo aver sentito l’Istat e le associazioni maggiormente rappresentative dei consumatori”.

Spesometro. La seconda disposizione fiscale riguarda il rinvio della prossima scadenza per la trasmissione della comunicazione dei dati delle fatture emesse e ricevute (spesometro – art. 21 del D.L. 78/2010). Questo significa che i dati relativi al terzo trimestre 2018 possono essere inviati telematicamente all’Agenzia delle Entrate entro il 28 febbraio 2019, anziché entro il secondo mese successivo al trimestre (cioè il 30 novembre 2018).

Split payment. Viene introdotta l’abolizione del meccanismo della scissione dei pagamenti (split payment – art. 17-ter, D.P.R. 633/1972) per le prestazioni di servizi rese alle Pubbliche Amministrazioni dai professionisti i cui compensi sono assoggettati a ritenute alla fonte a titolo di imposta o di acconto.

Contratti a tempo. Il provvedimento, si legge nella nota di Palazzo Chigi, mira in particolare a limitare l’utilizzo dei contratti di lavoro a tempo determinato, favorendo i rapporti a tempo indeterminato. Si riduce in tal modo il lavoro precario, riservando la contrattazione a termine ai casi di reale necessità da parte del datore di lavoro. A questo scopo, si prevede che, fatta salva la possibilità di libera stipulazione tra le parti del primo contratto a tempo determinato, di durata comunque non superiore a 12 mesi di lavoro in assenza di specifiche causali, l’eventuale rinnovo dello stesso sarà possibile esclusivamente a fronte di esigenze temporanee e limitate. In presenza di una di queste condizioni già a partire dal primo contratto sarà possibile apporre un termine comunque non superiore a 24 mesi. Al fine di indirizzare i datori di lavoro verso l’utilizzo di forme contrattuali stabili, inoltre, si prevede l’aumento dello 0,5% del contributo addizionale – attualmente pari all’1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali, a carico del datore di lavoro, per i rapporti di lavoro subordinato non a tempo indeterminato – in caso di rinnovo del contratto a tempo determinato, anche in somministrazione. La possibilità di prorogare contratti a termine diminuisce da 5 a 4.

Maxi indennizzo per i licenziamenti. Stretta sui licenziamenti selvaggi attraverso l’aumento del 50% dell’indennizzo per i lavoratori ingiustamente licenziati. In caso di licenziamento senza giusta causa, l’indennizzo per il lavoratore può arrivare fino a 36 mensilità.

Contro le imprese che delocalizzano e che abbiano ottenuto dallo Stato aiuti per impiantare, ampliare e sostenere le proprie attività economiche, il decreto dignità prevede, che “l’impresa beneficiaria” dell’aiuto pubblico decada dal beneficio concesso e sia sottoposta a sanzioni pecuniarie “di importo da 2 a 4 volte quello del beneficio fruito”.

Giochi e scommesse. Il decreto prevede poi lo stop a “qualsiasi forma di pubblicità, anche indiretta, relativa a giochi o scommesse con vincite di denaro” con l’esclusione di lotterie nazionali con estrazione dei vincitori differita. Dall’entrata in vigore del provvedimento il divieto comprende la pubblicità di giochi e scommesse “comunque effettuata e su qualunque mezzo, incluse le manifestazioni sportive, culturali o artistiche, le trasmissioni televisive o radiofoniche, la stampa quotidiana e periodica, le pubblicazioni in genere, le affissioni ed internet”.

Entrata in vigore. Perché il provvedimento diventi operativo è necessaria la firma del presidente della Repubblica, che in questi giorni si trova in visita di Stato nei Paesi Baltici. Da quel momento si avvierà il passaggio nei due rami del Parlamento che avranno 60 giorni per procedere all’approvazione definitiva.