ALLEVAMENTI SENZ’ACQUA, SUL GARGANO ANIMALI DISSETATI CON LE AUTOBOTTI

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Per non far morire di sete i propri animali, e provvedere alla loro igiene e a quella delle stalle, hanno dovuto comprare l’acqua e farla arrivare con le autobotti. Gli allevatori di Monte Sant’Angelo sono lo specchio di quanto sta avvenendo in tutto il Gargano e in più parti della Puglia. Nella città dei due siti Unesco, l’invaso di medie dimensioni che serviva gli allevamenti è completamente prosciugato. “Di periodi siccitosi ne abbiamo vissuti molti, anche negli anni scorsi, ma una situazione del genere davvero non si era mai vista prima”, ha dichiarato Leonardo Santucci, componente del comitato esecutivo di CIA agricoltori Italiani Capitanata, allevatore di Monte Sant’Angelo che ieri, mercoledì 31 luglio, ha partecipato all’incontro tenutosi al Comune di Monte Sant’Angelo tra l’assessore comunale all’Agricoltura Generoso Rignanese e un nutrito gruppo di allevatori.

L’Amministrazione comunale di Monte Sant’Angelo andrà incontro agli allevatori offrendo loro dei ristori per coprire in tutto o almeno in parte le spese suppletive dovute all’acquisto delle risorse idriche.

Gli allevatori hanno chiesto anche un potenziamento del servizio veterinario, che d’estate va in crisi e mette in grandi difficoltà le attività zootecniche.

I sindaci del Gargano, proprio ieri, hanno incontrato l’assessore regionale all’Agricoltura, Donato Pentassuglia, affrontando anche le questioni inerenti al Consorzio di Bonifica del Gargano e ai servizi che questo ente deve fornire agli agricoltori e agli imprenditori del settore zootecnico.

Durante la riunione nel Comune di Monte Sant’Angelo, l’assessore comunale Rignanese ha comunicato al presidente e al vicepresidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e Raffaele Piemontese, la richiesta di attivare subito le procedure per la richiesta dello Stato di Calamità dovuto alle drastiche conseguenze della prolungata siccità.     

“La mancanza d’acqua si sta rivelando la più dura e drammatica emergenza degli ultimi 10 anni”, ha dichiarato Angelo Miano, presidente di CIA Capitanata. “La provincia di Foggia, che pure dovrebbe essere l’area pugliese con meno problemi rispetto alle altre per quanto riguarda l’approvvigionamento idrico, disponendo di più invasi, sta soffrendo moltissimo perché le dighe evidenziano un deficit d’acqua spaventoso rispetto sia allo scorso anno che a quelli precedenti”.

Esprime grande preoccupazione anche Nicola Cantatore, direttore provinciale di CIA Capitanata: “Occorre un piano idrico-irriguo totalmente rinnovato”, spiega Cantatore, “perché i cambiamenti climatici hanno stravolto tutto. I danni causati all’agricoltura dalla siccità sono già pesantissimi e, se le cose non cambiano, la situazione potrebbe ulteriormente peggiorare nei prossimi anni”.

Un grido d’allarme che, nei giorni scorsi, era stato già lanciato da Gennaro Sicolo, presidente di CIA Puglia e vicepresidente nazionale di CIA Agricoltori Italiani, il quale ha messo in evidenza come  sui campi dell’intera Puglia e di tutti i settori dell’agricoltura non piove da mesi. L’emergenza idrica, nel 2024, non ha precedenti. Saranno dimezzate le produzioni di ortofrutta, la raccolta dell’uva, mentre sono già calate fino al 50% le rese per ettaro del grano duro e si prevede una drammatica diminuzione della produzione di olive e di olio nei prossimi mesi, con un calo produttivo del 60%. CIA Agricoltori Italiani di Puglia chiede da tempo un piano di interventi per l’autosufficienza idrico-irrigua della Puglia, per garantire agli agricoltori pugliesi l’acqua necessaria per le diverse colture e per ridurre gli sprechi che compromettono il già insufficiente apporto di acqua. CIA Puglia ritiene che non sia più rinviabile la realizzazione di invasi e nuove infrastrutture che migliorino l’apporto idrico a disposizione dell’agricoltura regionale, oggi fortemente condizionato da un insufficiente e arcaico sistema di emungimento dai pozzi e, in gran parte della regione, da una forte dipendenza dalle regioni limitrofe. CIA Puglia chiede che siano potenziati gli impianti di depurazione per l’uso irriguo delle acque reflue e il finanziamento di sistemi dotati di innovative tecnologie di irrigazione che ottimizzino la fornitura idrica.