Sembrerebbe di sì. Infatti sono giunte segnalazioni in tal senso in cui moltissimi alberi di pini rischiano di morire proprio a causa del “Thaumetopoea pityocampa” che il lepidottero killer della pianta.
Già nel 2013 il nostro concittadino Nazario Palmieri, funzionario del Corpo Forestale dello Stato, sul suo libro “Le Pinete del Gargano”, scriveva delle insidie delle pinete d’aleppo “Senza dubbi la processionaria del pino o thaumetopoea pityocampa è una di queste. Le larve nascono intorno alle foglie dei pini, generalmente nelle parti più soleggiate, scegliendo di preferenza le piante ai bordi dei boschi, nei punti più aperti e di altezza limitata. Le larve appena nate rodono le foglie vicino ai corion avvolgendole con fili di seta bianchi. In seguito si spostano su un altro punto della chioma e costruiscono un nido formato da un tessuto lasso che viene via via infittito e aumentato di dimensioni al sopraggiungere della cattiva stagione. A primavera viene ripresa la normale attività e le larve quando escono dal nido, si pongono in fila indiana formando cordoni interrotti, talvolta lunghissimi sparpagliandosi sulle piante per poi ritornare nel nido guidate dal filo sericeo che avevano disteso all’andata. La voracità di queste larve è notevolissima: esse possono defogliare intere piante.
La lotta a questa malattia del pino d’aleppo consiste nel taglio e nella distruzione dei nidi durante la stagione invernale o anche nell’uccisione delle larve mediante l’iniezione con particolari attrezzature, di insetticidi cloroderivati organici nell’interno del nido. Contro le larve di processionaria si sta attualmente sperimentando, con successo, anche la lotta biologica con preparati a base di bacillus thuringiensis, un batterio che una volta ingerito dall’insetto libera un’endotossina che provoca la paralisi dell’intestino e la morte del lepidottero per setticemia”. Quindi il problema esiste, ma può essere debellato con alcuni accorgimenti se non si vuole che questo straordinario orto botanico naturale venga insidiato anche da patie da insetti oltre che dagli incendi e dalle avversità atmosferiche.