UNIONI CIVILI: COSA PREVEDE IL DDL CIRINNÀ?

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Il ddl Cirinnà è da ieri al Senato per esser discusso. I temi trattati dal ddl ribattezzato sulle Unioni Civili sono essenzialmente due: il riconoscimento della convivenza di fatto anche tra due persone dello stesso sesso e la possibilità per le coppie omosessuali di adottare i figli minori del partner, la così detta Stepchild Adoption (dall’inglese adozione del figliastro). La delicatezza e l’importanza dei temi trattati è tale da aver spinto il premier Matteo Renzi a lasciare piena e totale libertà di coscienza a tutti i senatori, a prescindere dal loro schieramento politico (infatti il voto a Montecitorio sarà segreto). Il Ddl sulle Unioni Civili ha peraltro dato vita anche ad alcune manifestazioni a Roma nella settimana appena conclusasi, in cui hanno sfilato due opposti schieramenti in campo. Da una parte il popolo ” viola” favorevole al d.d.l. Cirinnà, dall’altra i cattolici contrari al ddl che hanno dato vita al ‘Family day’ al Circo Massimo.
Cosa dice il ddl Cirinnà sull’adozione dei minori?
Il 1° capo del d.d.l. Cirinnà permetterebbe alle coppie omosessuali di poter adottare un minore, fornendogli il cosiddetto “diritto al figlio”. Il disegno di legge comunque non dà accesso all’adozione di bambini che non sono figli di uno dei due coniugi, né alla gestazione per altri. Le reazioni degli ambienti cattolici non sono tardate ad arrivare: secondo questi ultimi va garantito “un diritto alla vita” del minore e non un diritto ad essere “merce di scambio” tra il genitore naturale ed una coppia omosessuale. In tal senso non esisterebbe dunque un “diritto al figlio”, ma solo un “diritto alla vita”. L’orientamento opposto invece ritiene che si dovrebbe capire che riconoscere diritti a qualcuno non equivale a toglierne ad altri e che la famiglia tradizionale continua comunque ad essere l’emblema della società italiana. Ecco perché bisogna valutare le situazioni caso per caso, andando al di là di pregiudizi dettati da una fede politica o dalla morale cattolica.
Cosa viene previsto riguardo la convivenza di fatto?
Il ddl, per quanto invece riguarda il punto relativo al riconoscimento della convivenza di fatto tra due persone sia etero che omosessuali, cui consegue il riconoscimento di alcuni diritti che spettano ai coniugi, ad esempio in caso di malattia, introduce un argomento piuttosto delicato. ll ddl ha dato vita innanzitutto un istituto specifico per le coppie omosessuali, chiamandolo ‘Unione Civile’. Viene quindi prevista la possibilità di garantire alcuni diritti e doveri uguali a quelli previsti nel matrimonio anche alle coppie di fatto. La coppia di fatto dovrà quindi scegliere anche il regime patrimoniale. Il ddl Cirinnà prevede inoltre che l’Unione civile si sottoscrive dinnanzi ad un ufficiale di stato civile e alla presenza di 2 testimoni e viene iscritta in un registro comunale. Il testo non prevede comunque una indiscriminata possibilità di realizzare l’unione civile ma fissa dei paletti ben precisi: essere maggiorenni, convivere sotto lo stesso tetto ed il non aver contratto matrimonio o un’altra unione civile. A coloro che fanno parte della coppia di fatto saranno riconosciuti diritti di natura ereditaria ma non solo: interessante è il contratto di convivenza grazie al quale essi regolerebbero sin da subito i rapporti patrimoniali tra di loro, avvicinando tale “regime giuridico” ai rapporti patrimoniali propri del sistema matrimoniale statunitense. Il testo Cirinnà riconosce alla coppia di fatto diritti di assistenza sanitaria e la reversibilità pensionistica.
Andrea Verri

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