L’abbandono dei rifiuti è un problema importante che, mi preme sottolineare, in un paese come l’Italia è legato sia a comportamenti sociali sbagliati ma anche all’assenza in alcune aree di sistemi di raccolta e gestione corretta dei rifiuti. Tuttavia, come ogni questione complicata, non ci sono soluzioni semplici. In che senso?
Quando parliamo del monouso dobbiamo valutare sia i benefici che i costi, anche quelli di un’eventuale sostituzione. Faccio l’esempio della bottiglie di plastica. Questi imballaggi consentono di avere un consumo ridottissimo di energia: se optassimo per il vetro, ad esempio, ogni camion carico di bottiglie di plastica sarebbe sostituito da 34 camion di bottiglie di vetro. L’utilizzo delle stoviglie monouso dobbiamo quindi collocarlo all’interno di una valutazione di impatto ambientale: l’uso di piatti e bicchieri riutilizzabili, infatti, comporta l’uso di acqua, saponi ed energia elettrica. Le stoviglie monouso in plastica, inoltre, consentono una maggiore sicurezza per il consumatore in situazioni specifiche, nelle quali sarebbe molto difficile garantire l’igiene attraverso il ritorno ed il corretto lavaggio delle stoviglie riutilizzabili. In queste situazioni specifiche la plastica monouso previene impatti ambientali e sociali superiori.
Per effettuare scelte consapevoli a tutela delle persone e dell’ambiente, riteniamo sia opportuno fare un’analisi sul ciclo di vita, secondo il modello LCA certificato per valutare il costo di sostenibilità lungo tutta la filiera della produzione dell’uso. Quello che noi ripetiamo sempre è: se la plastica viene raccolta e riciclata, in moltissimi casi, anche se monouso, è la soluzione migliore anche dal punto di vista dell’impatto ambientale.
Dott. Primiano Schiavone
Segretario regionale di Ambiente e è Vita Puglia onlus
