LA FLAT TAX NEL PROGRAMMA DEL GOVERNO CONTE

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In questi primi giorni dalla formazione del nuovo governo nella pienezza dei suoi poteri istituzionali, si sente parlare nei dibattiti sui max media, giornali e radiotelevisione, con minore convinzione della flat tax (tassa piatta) e del reddito di cittadinanza, come panacee dei mali finanziari degli italiani. Il vigore dialettico della campagna elettorale, specie da parte di Di Maio e Salvini, sembra essere affievolito, forse dalla difficoltà di tradurre gli enunciati, in possibilità economiche sopportabili.

Il dato più interessante riguarda la utilità pratica e la convenienza dell’applicazione della tassa piatta a persone, famiglie ed imprese. E’ dimostrato, con parere conforme di noti economisti, che l’applicazione della tassa piatta non porterebbe alcun beneficio per i titolari di redditi fino a circa 30 mila euro. Addirittura per redditi inferiori a tale cifra, dai 15 mila euro, si deve ricorrere a provvedimenti di salvaguardia per impedire un aggravio ulteriore di tassazione. Per redditi invece superiori a trentamila euro vi sarebbe un beneficio economico addirittura superiore a circa venti per cento.

Se così fosse, si chiede a cosa è servito illudere i cittadini di un illusorio “meno Purgatorio fiscale” se il ceto “così detto medio”, quello compreso nella fascia dei trentamila euro annui, se non ad accaparrare voti e raggiungere il 49 per cento di Lega e M5S, se non renderli più irrequieti come ora?

Andare al potere con la promessa certa del Governo del “rinnovamento”, con il reddito di cittadinanza, la flat tax, e la cancellazione della Legge “Fornero”!

Le prima avvisaglie di titubanze sottovoce del programma di Governo, sull’annullamento della Legge Fornero se non la sua modifica e rimodulazione, del reddito di cittadinanza promesso specie al Sud, poi condizionato da un progetto di riforma delle agenzie per l’impiego possibile fra due anni.

Immagino che nessuno sia contrario al rinnovamento prospettato dal duo Lega e M5S, anche se tanti fra cui io stesso, radicati politicamente nella prima Repubblica, e da ex DC convinto nelle schiere dei moderati, ma promesse così eclatanti, a memoria, mai sentite. Mi auguro di essere smentito dai fatti. Promesse, queste, che stravolgono l’agire quotidiano di chi, spremuto come limoni da una tassazione omicida, non riesce, da anni a sbarcare il lunario e ancora peggio a non poter onorare nemmeno l’impegno sociale di pagare debiti /tasse/ allo Stato. La rottamazione delle cartelle esattoriali, quale ipotesi di finanziamento per l’ardito programma di Governo, inevase dai cittadini debitori, non apporterebbero risorse sperate per la impossibilità, della maggior parte di essi, di avere le risorse con la conseguenza che lo Stato non incasserà quanto preventivato.

Occorre che i partiti che ora governano siano più pragmatici e rassicurino i cittadini con leali e sincere intenzioni di risolvere i loro problemi che da tempo si trascinano sul gobbone.

Michele Russi