ESISTE ANCORA LA MEZZA ETA’?

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Viene associata a un periodo della vita nel quale il tempo sembra sfuggire e si rimpiange la gioventù. Come si affronta, a partire da una domanda: esiste ancora la mezza età?

Un velo latente di malinconia. Molti rimpianti, e ondate di nostalgia. Nel “mezzo del cammin di nostra vita”, per dirla con Dante Alighieri, ci possiamo ritrovare nella selva oscura della crisi di mezza età. Dalla quale, per nostra fortuna, possiamo però uscire più forti di prima. A partire da una domanda: ma esiste ancora una crisi di terza età, o forse non la dobbiamo considerare superata dai cambiamenti demografici e delle aspettative di vita. Capita a tutti, tra i 40 e i 50 anni, di avvertire dei comportamenti strani. Abbiamo l’impressione che il tempo ci sfugga di mano conducendoci verso l’epilogo della vita. Ricerchiamo emozioni estreme e sogniamo una seconda gioventù. Sbandate sentimentali, interventi di lifting e shopping sfrenato sono i sintomi classici della crisi di mezza età. I primi segni sono delle sensazioni di rabbia e di esclusione, che spesso mettono in crisi i rapporti con le persone a noi più vicine, familiari in primis. Proprio nella fascia d’età tra i 40 e i 50 anni, anche le relazioni “collaudate” possono entrare in crisi. L’infedeltà del partner così come l’insofferenza di fronte alla routine familiare sono le cause principali.

La conseguenza più grave della crisi di mezza età è la depressione. Una crisi esistenziale che provoca smarrimento, sfiducia e paura e non è un caso che avvenga proprio in questa fase della vita. Un gruppo di ricerca, che ha coinvolto diverse università anglosassoni, ha rivelato che su un campione di migliaia di persone tra i venti e i settant’anni, la felicità caratterizza i giovani e gli anziani. Nel primo caso, si è più felici perché le aspettative sono tante. Nel secondo, invece, si è contenti perché è possibile godere i frutti delle proprie fatiche. Lo studio ha focalizzato l’attenzione sulle fasce d’età intermedie, tra la gioventù e l’anzianità, che sono più inclini alla depressione. I motivi sono svariati: dal lavoro non appagante al calo delle forze fisiche.

Non tutti i mali vengono per nuocere recita un proverbio e questo vale anche per la crisi di mezza età. Secondo uno studio condotto dall’Università di Greenwich su 900 persone, tra uomini e donne, alla crisi di mezza età spesso è associato un aumento della curiosità verso gli altri e verso il mondo. Un’apertura verso nuovi stimoli e attività che non abbiamo mai fatto. Tutte cose che favoriscono lo sviluppo interiore, rendendo superabile lo smarrimento di mezza età. Quindi, per affrontare questo periodo della vita, possiamo seguire dei semplici passi con tutta serenità:

Riconoscere la crisi. È il primo passo per superarla recuperando la serenità. Le sensazioni di ansia e frustrazione vanno considerate e non evitate. Questo ci aiuterà a non mettere in crisi noi stessi e i nostri rapporti con gli altri

Non isolarsi. Chiudersi in sé stessi è il peggiore dei modi per riconoscere la crisi di mezza età. Parlarne con gli altri, soprattutto se coetanei, può aiutarci a prendere coscienza della situazione e incoraggiarci a reagire.

Essere curiosi. Scoprire nuovi interessi e recuperare le passioni accantonate da tempo ci aiuta ad affrontare la crisi di mezza età a viso aperto. Non serve fare una corsa in moto per supere questo periodo ma riscoprire la nostra curiosità verso il mondo che ci circonda.

Lavorare su sé stessi. La crisi di mezza età ci sprona a capire quali sono davvero le nostre priorità. Mettiamo da parte le cose futili che ci tolgono tempo ed energie e impariamo a riconoscere i nostri limiti.

Prendere il tempo necessario. Riduciamo i ritmi di vita e ritagliamoci gli spazi necessari. Spegnere il cellulare e rifiutare progetti troppo ambiziosi, ci aiuta ad abbattere l’ansia e ad uscire dal circolo vizioso dello stress. Un passo importante per dedicarci a nuove attività che possono stimolare la nostra curiosità.

Eliminare i rimpianti. Sovrastimare la giovinezza, rimpiangendo le gioventù di quegli anni serve a poco. Con il tempo, infatti, miglioriamo diverse abilità come quelle verbali e matematiche. Inoltre, grazie a uno stile di vita sano è possibile mantenere buone prestazioni fisiche e cognitive, nonostante l’avanzamento degli anni.

La crisi di mezza età non colpisce allo stesso modo donne e uomini. Nel caso delle donne può coincidere con la prima fase, molto delicata della menopausa, con i suoi fastidi fisici. La tendenza è al rimuginare, un autentico spreco di energie, ed a una forma di insicurezza rispetto alle scelte fatte. Tutto condito con la noia. Per reagire, bisogna riuscire a spostare in alto l’asticella dei propri desideri: dedicarsi a se stessi, trovare nuovi fonti di interesse e di curiosità, non temere i cambiamenti fisici.  Riprendersi il proprio tempo, cercando di noin restare prigioniere del presentismo e non fuggire dalla magia del desiderio. Nel caso degli uomini la crisi di mezza età può portare ad atteggiamenti infantili, fuori dal tempo e anche patetici. Si guardano donne molto più giovani della propria età, si inseguono avventure che non tengono conto della carta d’identità, si cercano evasioni da studenti universitari. Il tutto in un vortice di montagne russe dell’umore, che tende a procedere a sbalzi, verso l’alto e verso il basso. Anche in questo caso la prima medicina è il tempo, ne serve parecchio. Per tornare a mettersi in gioco, non piangersi addosso, e non essere patetici.

Un tempo era tutto semplice: la mezza età, con la sua crisi fisiologica, era prevista attorno ai 40-50 anni. Adesso le aspettative di vita sono salite a oltre 83 anni, e ormai molti medici, a partire dai geriatri, si chiedono se possa avere ancora un senso parlare di una crisi di mezza età. ovvero di qualcosa che non esiste, visto che non è più possibile individuare con attendibilità l’inizio della terza età. L’unica cosa certa che sappiamo, invece, è che solo il 25 per cento della velocità alla quale invecchiamo dipende dai geni, cioè da fattori ereditari. Il resto dipende da noi. E in particolare dagli stili di vita e dalle relazioni umane che siamo capaci di praticare tra i 45 e i 65 anni, in un ampio intervallo di tempo, quando si gettano le basi per  una terza, e una quarta, età in buona salute. (nonsprecare)