QUANDO IL GARGANO ERA UN’ISOLA ED ERA POPOLATA DA ANIMALI GIGANTI

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Uno sconosciuto pezzo di Gargano fa bella mostra di sé nel Naturalis Biodiversity Center di Leiden, nel Paesi Bassi. Uno dei più antichi, e misteriosi: uno scheletro di Deinogalerix, meglio conosciuto come «riccio gigante».

Si tratta di uno degli esemplari meglio conservati e completi, ed è finito anche su Google Art & Culture. Potete ammirarlo nella splendida fotografia scattata da Sabine Verdoorn. «Questo non è più un simpatico riccio – si legge nella didascalia – , è un mostro! Sul Gargano l’animale non aveva nemici naturali, a differenza della terraferma. Riuscì quindi ad evolversi in un riccio gigante (Deinogalerix).»

Lo scheletro custodito nel museo olandese ci rivela che in vita l’animale era grande quanto un gatto. È una spettacolare testimonianza di quella che gli studiosi di storia naturale definiscono come regola dell’isola: gli animali piccoli diventano più grandi e gli animali grandi diventano più piccoli. Durante il Miocene, ovvero più di 5 milioni di anni fa, il Gargano era un’isola o almeno, come ci fa sapere ChatGpt «una isola biologica dove si sono sviluppate forme di vita uniche, inclusi vari esemplari di Deinogalerix.»

I ricci giganti del Gargano sono stati studiati approfonditamente quali espressioni del «fenomeno noto come gigantismo insulare, un processo evolutivo in cui, in ambienti insulari, alcune specie tendono a diventare più grandi a causa dell’assenza di predatori naturali e della competizione limitata.»

A tenere compagnia al riccio gigante c’erano altri animali oggi estinti, come l’Hoplitomeryx, una sorta di cervo che aveva cinque corna, come documenta lo scheletro del cranio, anch’esso custodito al museo di Leiden, e il Garganoaetus, una grande poiana che possedeva un’apertura alare di oltre 2 metri e con i suoi artigli particolarmente sviluppati era in grado di catturare qualunque animale terrestre dell’isola.

Geppe Inserra