IL POTERE DEL SILENZIO PER FARCI STAR MEGLIO

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I due momenti magici per gustare meglio il piacere del silenzio: la mattina presto e la notte. Le orecchie non sono multitasking, e possono fare una cosa per volta. Il silenzio aiuta a gestire le emozioni e serve nel gioco della seduzione

Esiste una cura del silenzio? Diversi autori di libri la propongono, e non sempre sono supportati da certezze scientifiche. Ma una cosa è sicura: tutti abbiamo bisogno del silenzio, tanto più in una civiltà dominata dai rumori, e il silenzio aiuta a vivere meglio (tanto da essere diventato un lusso), a dare un tocco sostenibile alla nostra esistenza. E’ grazie al silenzio che possiamo ascoltare gli altri, praticando un verbo desueto, laddove la tendenza generale è di parlare, solo parlare, e spesso a colpi di urla. E ascoltare noi stessi, scavare nella nostra interiorità, guarire le ferite più intime, rapportarci, nudi, alle mancanze che nel chiasso e nella fretta quotidiana avevamo sottovalutato. In poche parole: il silenzio avvicina agli altri e a se stessi. Unisce, laddove il rumore separa.

CURA DEL SILENZIO

Il silenzio, ovviamente, aiuta a concentrarsi. Dunque a cercare la lucidità necessaria per arrivare alla soluzione di un enigma, dopo averlo ben messo a fuoco, ma contribuisce anche a prendere le distanze da qualcosa che potrebbe travolgerci. In alcuni momenti serve distacco per essere più forti nella decisione finale, bisogna separarsi dall’evento sul quale dobbiamo scegliere. E sicuramente, lungo la stessa strada dell’interiorità, è il silenzio, praticato in qualsiasi momento e in qualsiasi modo (anche solo un minuto ogni mattina o la sera) porta almeno a sfiorare l’universo del soprannaturale. Dove il presente sfuma e il tempo si allunga in una dimensione tendenzialmente infinita. Dove anche la Bellezza assume il contorno dell’eternità, e gustarla avvolti nel silenzio diventa un piacere assoluto.

Il silenzio bisogna scoprirlo. Corteggiarlo, come se fosse un uomo o una donna. Diffonderlo, anche perché i suoi benefici sono per tutti. Il silenzio è contagioso, e dunque per conquistarlo bisogna partire da piccoli gesti, quelli che ci sembrano insignificanti e invece fanno la differenza.

IL SILENZIO PER VIVERE MEGLIO

È possibile, infatti, arrivare piano piano al vero piacere del silenzio come una scoperta che migliora la qualità della vita, in tutti i sensi. Una scoperta imprevista, visto che viviamo nel mondo del rumore dilagante e assordante.

Ecco 10 consigli, semplici ed efficaci, per sedurre il silenzio e magari trasmetterlo agli altri:

La mattina presto, le prime emozioni. Se avete l’abitudine di svegliarvi presto, concedetevi una piccola pausa, anche solo dieci minuti, per gustare il silenzio delle prime ore del giorno. Scoprirete un mondo, dove il romantico sottofondo musicale della quiete si combina con l’emozione dei colori delle prime ore del giorno. Basta aprire un balcone, una finestra; andare in giardino, in terrazza; camminare per strada. Il silenzio che nasce dall’assenza dei rumori del caos quotidiano lo trovate dappertutto. Afferratelo.

Parlare a bassa voce. Imparate e insegnate, specie ai bambini, a parlare a bassa voce. Non c’è solo il fattore galateo alla base di questa scelta, ma anche lo lotta al fastidio che nasce da parole pronunciate con toni troppo alti. Parlare a bassa voce è un buon esercizio per ascoltare gli altri (cosa che facciamo sempre meno) e per non sprecare troppe parole inutili nel dire sempre la stessa cosa.

Suonerie e rumore ragionevole. Non siamo tutti sordi e non vogliamo diventare sordi. Ma allora perché abbiamo queste benedette suonerie degli smartphone e dei cellulari, a volte con musiche davvero strampalate, sempre ad altissimo volume? Esibizionismo? Indifferenza nei confronti degli altri? In ogni caso abbassare il volume della suoneria è un gesto di rispetto e un approccio morbido al piacere del silenzio: non riduciamolo a una scelta da fare solo in treno per non dare fastidio agli altri viaggiatori.

Le orecchie devono fare una cosa per volta. Le nostre orecchie non sono multitasking, non possono fare e concentrarsi su troppe cose alla volta. Quando pranziamo, specie se siamo in compagnia dei nostri familiari, spegniamo televisione e musica: l’unico rumore che merita questi momenti di condivisione, è quello di una piacevole conversazione. Così, studiare e lavorare con una musica di sottofondo può aiutare, ma con cautela. Anche in questo caso il volume deve essere basso.

Il silenzio nel gioco della seduzione. In amore vince chi fugge, e lo sappiamo. Ma questa strategia va aggiornata con la valanga di rumorose opzioni che la tecnologia ci offre per fare largo al nostro desiderio di corteggiare e sedurre. Il classico sms (con trillo), la foto su Instagram, le martellate con WhatsApp: tutto fa gioco. Ma tutto funziona meglio, ai fini della vostra conquista, se riuscite a mescolare questa pioggia di messaggi con dense pause di rigoroso silenzio. Il silenzio può essere anche più comunicativo delle parole. E vedrete che la persona al centro dei vostri desideri, si accorgerà del cambio di passo, e magari vi cercherà.

LA MAGIA DEL SILENZIO

Gestire le emozioni. Le emozioni devono avere la loro libertà di esprimersi, i loro spazi di piena autonomia. Ciò però non esclude una capacità di controllo per filtrarle e per non ridurci a degli eterni bambini, che trasmettono fragilità e insicurezza. Piangere troppo spesso, essere incerti nel linguaggio e nella parola, smarrirsi in una sensazione di panico: sono tutte conseguenze di emozioni fuori controllo. Meglio provare a gestire le emozioni, innanzitutto con il silenzio della ricerca interiore, dei propri punti di forza e di debolezza, e della scoperta del proprio corpo.

Un passo dopo l’altro. Un momento ideale per scoprire e diffondere silenzio è quello della camminata. Magari in un luogo verde, come un parco o un giardino. A quel punto è il silenzio che ci aiuta a fare ordine nei nostri pensieri, a dare una priorità ai gesti che faremo in seguito, a lasciare evaporare rancori e malumore. Un silenzio terapeutico, come mezzo per concentrarsi su se stessi, ma anche un modo semplice ed efficace per depurare il nostro cervello.

Niente clacson. Ci sono rumori lievi, ma molto fastidiosi, anche per il loro moltiplicarsi. Un esempio per tutti: il clacson. Evitate di suonarlo, se non è proprio necessario: avrete dato una lezione di buona educazione di fronte alla cafonaggine dilagante in strada, e avrete dato il vostro piccolo obolo, una sorta di elemosina, per la campagna a favore del silenzio. In ogni caso, i piccoli rumori sono davvero insidiosi, e levano il piacere del silenzio accompagnato da rumori naturali, come quelli delle onde del mare o del fruscio delle foglie.

Insegnare ai bambini il gioco del silenzio.  Il gioco è sicuramente il metodo più efficace e meno faticoso per trasmettere l’educazione al silenzio. Il rumore, per i bambini, è vita, convivialità, voglia di stare insieme, espressione di una libertà concessa in automatico ai piccoli. Non si può pensare di rompere questi equilibri a colpi di prescrizioni, rimproveri e perfino punizioni. Non funziona, e anzi rischia di portare i bambini a odiare il silenzio. Molto più efficace invece giocare con loro con il silenzio. Per esempio, invitando i bambini ad ascoltare alcuni rumori naturali, come i suoni degli uccelli o lo scroscio della pioggia, per poi farli diventare oggetti di racconti e di disegni.

Il silenzio della notte.  Se siete nottambuli, se vi piace gustare il piacere della notte, ricordate che si tratta di un momento ideale per assaporare le emozioni del silenzio. Anche in questo caso, come la mattina presto, bastano cinque minuti. Gustate la compagnia del silenzio con un occhio puntato sulle stelle, o anche osservando la pioggia, la neve, che filtrano da una finestra in piena notte. L’abbraccio ricercato del silenzio sarà anche un’ideale ninna nanna e vi accompagnerà nel modo migliore al piacere di una bella dormita.

UN LIBRO DA LEGGERE

Il nostro tempo è inquinato dal rumore: inizia così un libro da leggere, Sul silenzio di David Le Breton (edizioni Raffaello Cortina), antropologo e sociologo francese. In un testo molto scorrevole l’autore ci ricorda che il silenzio è perfino un sentimento: incorpora l’indifferenza nei confronti dell’altro, una forma di autismo autoreferenziale, e snatura il senso delle parole. La tecnologia produce frastuono, e non è solo quello degli smartphone che trillano in ogni momento della nostra vita, quando siamo a tavola in famiglia o quando abbiamo appena iniziato una conversazione. Ed è contro il frastuono che ci assorda che dobbiamo ribellarci.Affermando il silenzio come un vero e proprio bene comune, da riconquistare nella vita quotidiana, come valore necessario ai legami di comunità, di popolo e di singole persone.(nonsprecare)