Località: Pilarossa. Si segue la strada che da San Nicandro conduce a Torre Mileto per circa 4 km. Giunti al termine del rettilineo dove la strada devia quasi ad angolo retto verso destra, prima della località “Tufare”, proprio in prossimità della curva, sulla sinistra, si apre un cancello che immette ad un sentiero che porta, sulla destra, ad alcune cavità artificiali in tufo e sulla sinistra nel fondo di proprietà Donatacci.
Seguendo appunto il sentiero di sinistra si giunge dopo poche centinaia di metri ad una casupola; di quì si prosegue verso il fondo del solco vallivo che si attraversa risalendo quasi interamente fino a quota 107 in direzione di un grosso albero nelle vicinanze del quale si apre la grotta. L’ingresso è di dimensione relativamente modesta ma abbastanza facilmente individuabile per il banco roccioso nel quale si apre e per la presenza, proprio a fianco all’ingresso, di un alberello di fico.
La grotta non ha denominazione propria talchè è stata indicata con il nome della proprietà in cui si apre.
Si ritiene che la grotta sia servita di rifugio in epoca non remota ad alcuni pregiudicati. E’ servita senz’altro come ricovero di animali come indicano alcune sistemazioni con pietra nella parte più vicina all’ingresso ove si nota tuttora la presenza di strame.
La grotta è costituita da un unico e ampio salone il cui andamento subpianeggiante è interrotto a 10 metri dall’ingresso da un ripido scivolo di oltre 7 metri con una pendenza di 48° che divide praticamente in due la cavità. Proprio all’inizio dello scivolo la grotta si restringe sia per l’andamento della frattura come dimostra inclinazione della volta sia per la presenza di formazioni colonnari.
La grotta era molto ricca di concrezioni in gran parte danneggiate. Il profilo idromorfo della parete sinistra presenta una vasta superficie ricoperta di splendide colate calcaree specie nella parte terminale della cavità.
(Antonio Pagliano – Note sul fenomeno carsico nel comune di Sa Nicandro Garganico – ottobre 1971)