“TRIBU’ 2004-2024”, ON LINE IL PRIMO ALBUM NELLA STORIA DELLA LINGUA SANSEVERESE, A VENT’ANNI DALLA SUA USCITA

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 Era il maggio 2004 quando usciva TRIBU’, il primo album nella storia della lingua sanseverese.

 Esordio dialettale del cantautore pugliese Nazario Tartaglione, oggi vede una ristampa digitale con grafica rinnovata, per celebrare i vent’anni dalla sua pubblicazione: canzoni attuali, per temi e sonorità, che hanno inaugurato il cantautorato dialettale cittadino, muovendosi su un asse etnico e mediterraneo: esempio di world music, a cavallo tra locale e globale.

 “TRIBU’ è stato un vero e proprio viaggio musicale ed interiore, attraverso le radici della mia terra. Grazie a queste canzoni e alle sonorità etniche e desertiche con cui sono state prodotte, ho vissuto per la prima volta la forza narrativa e sonora della Lingua Madre, antica e mediterranea, carica di suggestioni arcaiche, che sono diventate narrazione e spiritualità primitiva, finalmente libera da convenzioni. Da allora è cambiato anche il mio sguardo sulla città” spiega Nazario Tartaglione.

 Composto da 10 brani, scritti e prodotti dallo stesso autore tra il 1999 e il 2004, TRIBU’ racconta la nostra terra, immersa in un meridione d’Italia affacciato sul Mediterraneo e sull’Africa, a condividerne colori e vicende.

 Ad aprire la collezione E’ sciute jurne, brano esistenziale sul rapporto tra società ed individuo, dove le porte delle chiese restano chiuse e “nen tracene speranze” non entrano speranze. A seguire Natu ciele, uno sguardo dall’alto sulla difficile vita di periferia, tra disoccupazione, speranza ed emigrazione. Baghdad è la terza traccia, e ricorda gli orrori di ogni guerra attraverso quella irachena, conflitto che ha sfregiato l’alba del nuovo millennio; triste ponte con l’attualità.

La vita come cammino e processione quotidiana in ‘A strede, dove la salvezza si trova nell’amore e nella sua follia benefica. Sope ‘a mundagne, aperta dal flauto indiano e da vocalizzi tribali, canta le sfide dell’esistenza in una realtà aspra come quella dauna: la scalata di una montagna a piedi e mani nude…

Famme addurmì è una ninna nanna che ripropone l’abbandono della nenia: forma che sopravvive soprattutto nella canzone dialettale.

 La settima traccia, Ji ‘nzo nesciune, canta il rapporto tra individuo, società e tempo: l’impotenza rispetto agli eventi drammatici della vita. Sullo sfondo la lezione della canzone d’autore partenopea, e il dialetto sanseverese quale sensibile variante della Lingua Napoletana.

 Tribù, ottavo brano, affronta il tema dell’emarginazione, dell’emigrazione e dell’integrazione sociale, oggi più che mai attuale, ricordando che “Sotto questo cielo blu, siamo tutti una tribù”. In particolare la composizione etno-rock da spazio alle chitarre elettriche e a graffianti riffes.

‘U sole nove, porta il tormento per l’assenza e la perdita di un affetto. Sviluppata su uno schema tipico della canzone popolare e d’autore, si fonde a sonorità etniche e liquid grooves.

 A chiudere l’album Jamme Jammè, ritratto di scene popolari. Festoso e insieme e malinconico, disegna le comari sedute davanti ai bassi, i riti poveri di quartiere e i carri che a settembre passavano carichi di uva: memorie di un mondo in declino, schiacciato da una cieca modernità.

 TRIBU’ 2004-2024 è un album in cui si incontrano percussioni, loop e liquid grooves, sonorità rock e suoni tribali, e primordiale diviene l’uso della voce, che attraversa il canto per ritornare al lamento ed al verso.

 On line dal 3 aprile, si può ascoltare alla pagina Facebook

https://www.facebook.com/NazarioTartaglioneMusic

 su Rockit.it https://www.rockit.it/nazariotartaglione/album/tribu-2004-2024/67407 e su YouTube al link https://youtu.be/xvi6XVzhufs

 Per una settimana si potrà scaricare gratuitamente al link https://we.tl/t-j2yJbO99Ct

 Altri album etnici dello stesso autore sono Nomade mediterraneo (2006), Terra (2007), Il Canzoniere di San Severo (sei volumi pubblicati tra il 2007 e il 2014), FOLK – Dall’America al Mediterraneo (2016), MUSICA SUD (2020). In produzione una nuova raccolta di cui è prevista l’uscita nell’autunno 2024.

Per le collaborazioni etniche da ricordare tra gli altri i singoli Terra di Nessuno, Gargano mio, Chi cante e sone no more maje e Foggia di notte.

 Un repertorio, quello di Nazario Tartaglione, che ha saputo tracciare un rapporto significativo con il pubblico più attento alle espressioni identitarie, fino ad interagire con istituzioni, scuole ed associazioni culturali, divenendo sempre più voce e patrimonio della nostra terra.