PERCHE’ LE CAREZZE SONO COSI’ IMPORTANTI?

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Un modo per dire “Ti Voglio bene”. Aiutano i neonati nel loro sviluppo, fanno sentire meno soli gli anziani. E cementificano il rapporto di coppia

CAREZZE

Basta una carezza, una sola, e la percezione del dolore, da parte di un neonato diminuisce. Avevamo un’idea piuttosto empirica di questo beneficio, come ci dimostrano le nostre nonne quando facevano il loro affettuoso mestiere, ma adesso c’è la conferma scientifica. Una ricerca pubblicata su Current Biology spiega nei dettagli come funziona questo fenomeno. Alcuni neuroni sensoriali della pelle, che si mettono in moto attraverso le carezze, producono l’effetto di ridurre il dolore. Nei bambini, nei neonati, come negli adulti. La ricerca è stata fatta su un gruppo di neonati sottoposti a dolorosi trattamenti medici, come un prelievo di sangue, e ha portato anche a definire la velocità più efficace delle carezze per diminuire il dolore: tre centimetri al secondo.

PERCHÉ LE CAREZZE SONO COSI’ IMPORTANTI

Le carezze implicano il riconoscimento dell’esistenza dell’altro al nostro al nostro fianco. Stabiliscono un contatto, sono un modo per manifestare affetto a chi ci sta accanto, per accettarne la sua presenza. Evitarle significa negare l’esistenza dell’altro, non farlo sentire accettato. Ecco perché le carezze sono importanti fin dai primi momenti di vita, ma anche da adulti. E non bisognerebbe mai negarle a nessuno.

IMPORTANZA CAREZZE PER I NEONATI

Appena nasciamo, abbiamo bisogno del contatto fisico con la mamma. Respirare il suo profumo. Essere messi a contatto diretto con la sua pelle. Beneficiare di quella che gli esperti chiamano “la cura del canguro”, ad indicare una terapia fatta di carezze corpo a corpo tra la madre e il bambino. Interagire con i genitori, fin dai primi istanti di vita, aiuta lo sviluppo cognitivo, emotivo e linguistico del neonato, allevia lo stress del piccolo e pone le basi per lo sviluppo della sua sfera affettiva futura.

IMPORTANZA CAREZZE PER I BAMBINI

Oggi si tende a lasciare per ore i bambini alla mercé di schermi di televisione o computer, compiacendoci che nostro figlio “non da fastidio”. Il problema è che in quel momento per noi nostro figlio non esiste. E questo i bambini lo capiscono benissimo. In tutto il loro percorso di crescita, i nostri figli hanno bisogno di carezze, di percepire il nostro contatto fisico e la nostra vicinanza. Accarezzare i nostri figli significa rassicurarli della nostra presenza, permettergli di sviluppare la loro emotività e gettare le basi affinché possano fidarsi dell’altro e stabilire solide relazioni affettive da adulti.

IMPORTANZA CAREZZE TRA ADULTI

Il nostro bisogno di carezze non cessa con l’infanzia. Nella nostra vita avremo sempre bisogno di dare e ricevere carezze per affermare la nostra esistenza e riconoscere quella dell’altro. Soprattutto nel rapporto di coppia, le carezze non dovrebbero mai mancare. Sono un modo non verbale e inequivocabile per rafforzare il legame, per dimostrare amore e per consolidare il rapporto, facendo percepire all’altro che ci siamo e saremo sempre al suo fianco.

IMPORTANZA CAREZZE PER GLI ANZIANI

La carezza è considerata una medicina naturale per gli anziani, specie se hanno una malattia. Esprime la comprensione del dolore, la vicinanza, la solidarietà e la complicità, l’affetto di chi prova a curare. Ma è innanzitutto un ponte, un contatto che aiuta la persona anziana a sconfiggere la peggiore delle malattie: la solitudine.

I GESTI FISICI CHE AVVICINANO LE PERSONE

Ogni gesto fisico, dall’abbraccio al bacio, passando per la carezza e epr la stretta di mano, ha il suo valore, il suo significato, e la sua importanza nelle relazioni tra le persone.

Abbraccio. Impegna la totalità del corpo ed è un gesto di affetto universale. Può avere una diversa gradazione di significati: amore, vicinanza, solidarietà, amicizia, familiarità. O anche soltanto simpatia.

Bacio. La sua origine è nella parte istintiva della persona umana, e poi si è andato evolvendo nelle sue diverse forme. È un gesto semplice, potente, ma allo stesso tempo molto complesso: coinvolge 34 muscoli facciali e 112 muscoli posturali.

Carezza. È una delle prime forme di comunicazione affettuosa che si sviluppa tra le persone. A partire dalla madre con i figli. Già nel secondo trimestre di gestazione, il feto riconosce la carezza della madre e la cerca, avvicinandosi alla parete dell’utero.

Stretta di mano. Antichissima forma di comunicazione tra le persone, tanto che compare già nei geroglifici egiziani. Nel tempo, la stretta di mano è diventata un saluto che esprime cordialità e gentilezza.

AFEFOBIA

Non tutte le persone gradiscono baci, carezze, abbracci e strette di mano. Esiste perfino un disturbo, chiamato afefobia (dal greco apto, toccare, e phobia,toccare), che colpisce le persone con la paura di toccare gli altri. Nella letteratura scientifica è considerato come un possibile sintomo di un disturbo di personalità. (nonsprecare)