PARCO: I SINDACI SI DIVIDONO QUATTRO POSTAZIONI (DUE UOMINI E DUE DONNE) NEL CONSIGLIO DIRETTIVO

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Lunedì mattina gli ultimi incontri per trovare la quadra, nel pomeriggio la seduta della Comunità. Merla si sente sicuro, Vieste potrebbe lasciare spazio ad altri.

Dopo anni di governance solitaria, affidata al presidente Pasquale Pazienza (che scadrà nei 2024) e al direttore facente funzioni Vincenzo Totaro, l’ente Parco nazionale dei Gargano sta per tornare ad avere il proprio consiglio direttivo.

Lunedì mattina si terranno gli ultimi incontri prima della seduta convocata per il pomeriggio, dalle ore 15.30, dal presidente della Comunità dei Parco (e sindaco Pd di Carpino) Rocco di Brina.

All’ordine del giorno dell’assemblea, che si riunirà nella sede del PNG in via Sant’Antonio Abate a Monte Sant’Angelo, c’è in particolare la designazione dei rappresentanti della Comunità del Parco in seno a! consiglio direttivo, seguita dal parere della Comunità in merito alla variazione al bilancio di esercizio 2023 e dall’accapo relativo a varie ed eventuali.

Si comincia, dunque, a fare sul serio dopo che Ministero e Corte dei conti hanno tirato le orecchie all’ente pervia dell’assenza degli organi previsti dalla legge, oltre che per tutta una serie di altre mancanze, tra cui Piano del Parco e regolamento.

Dopo la scadenza del mandato quinquennale del consiglio direttivo nominato nel 2015, e decorso il periodo di prorogatio ordinaria, gli atti di indirizzo politico sono assunti da tre anni monocraticamente dal presidente, “situazione che si sta protraendo nel tempo con una lunghezza ingiustificabile” a detta della magistratura contabile.

Manca anche la giunta esecutiva, cessata anch’essa a giugno 2020 e ad oggi non ancora rieletta. Insomma, per un anno soltanto Pazienza – che si insediò ad agosto 2019 – ha dovuto condividere la governance con gli altri organi.

Una paralisi incredibile e assurda, che fa il paio con la clamorosa vicenda del direttore facente funzioni Totaro, che da settembre 2020 ha preso il posto di Maria Villani, la direttrice nominata dall’allora ministro Sergio Costa e poi licenziata dopo pochissime settimane da Pazienza (per la quale è in dirittura d’arrivo il processo, ricco di colpi di scena, per presunto peculato, con accuse sgonfiatesi in aula).

La promessa rotazione per l’incarico di direttore facente funzioni non c’è mai stata da allora e trattandosi di un ex incandidabile per mafia (in conseguenza dello scioglimento del consiglio comunale di Monte Sant’Angelo per infiltrazioni) le polemiche sono stati molto forti in questi anni, in primis da parte del M5S, con audizione del presidente Pazienza in Commissione parlamentare antimafia.

Negli scorsi anni, dopo alcune reprimende da parte dei Ministero dell’ambiente, c’è stato un rimpallo di responsabilità tra Roma e Monte Sant’Angelo in merito allo stallo sulla formazione del nuovo consiglio direttivo. Adesso la speranza è che l’organo possa essere nominato dal Ministero entro la fine del 2023, cui manca però davvero poco.

Le fitte trattative nel mondo politico dipendono dalla necessità di assicurare nel consiglio la presenza di Pd, civici e centrodestra. Alla Comunità del Parco spetta indicare quattro amministratori per il consiglio, mentre gli altri quattro membri sono nominati da Roma uno su designazione delle associazioni ambientaliste, uno su designazione dei Ministero dell’Ambiente, uno su designazione del Ministero per le Politiche Agricole e uno su designazione dell’Istituto Superiore per la Ricerca Ambientale (ISPRA). Ieri diversi sindaci garganici si sono riuniti a San Marco in Lamis, ospiti del primo cittadino Michele Merla, piddino, che pare sicuro di poter tornare in consiglio direttivo. Si va verso due nomi di uomini e due di donne, per assicurare quella parità di genere in consiglio che il Ministero rivendicò come necessaria alcuni anni fa annullando l’iter che era stato avviato dall’ente Parco.

Non sono molte le amministrazioni comunali garganiche governate dal centrodestra: Apricena col sindaco forzista Antonio Potenza, Lesina col salviniano Primiano Di Mauro, Serracapriola.

E’ caduta, giorni fa, l’amministrazione Rotice e Manfredonia, nuovamente commissariata, si ritrova per l’ennesima volta fuori dai giochi dopo aver detenuto per anni il controllo della presidenza dell’ente (con Giandiego Gatta prima e Stefano Pecorella poi, ma anche il primo presidente Matteo Fusilli, montanaro, era residente nel Golfo).

Un paio di postazioni andrebbero, a quanto pare, ai civici. Sembra destinata a farsi da parte Vieste, la cui vicesindaca Rossella Falcone sedeva nel vecchio consiglio direttivo. Oggi l’amministrazione Nobiletti è abbondantemente presente nei luoghi del potere, data Provincia (col sindaco che ne è il presidente da gennaio 2023) al cda di AQP spa (dove siede la stessa Falcone).

Vieste, dunque, potrebbe lasciare spazio ad altri Comuni, ad esempio la San Nicandro Garganico dell’amministrazione Vocale, che non aveva propri referenti al PNG. Chi sì starebbe molto interessando della questione Parco, per il centrodestra, è la senatrice di Fratelli d’Italia Annamaria Fallucchi.

In attesa di capire cosa accadrà lunedì, il PNG è un banco di prova importante per la tenuta del campo largo progressista e, in particolare, dell’alleanza foggiana e regionale tra Pd e M5S, che in questi anni sono stati protagonisti di distanze abissali rispetto alla gestione targata Pazienza&Totaro. (l’attacco)