LA CANDIDATURA DI MASSELLI A SINDACO DI APRICENA E’ (QUASI) CERTA

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«Sto esplorando la massima convergenza su un programma fortemente innovativo. Nessuna riserva ho sciolto»

Secondo alcune indiscrezioni, in vista delle prossime elezioni comunali, è quasi certa la candidatura di Alfonso Masselli a sindaco di Apricena.

Ma il diretto interessato precisa: «Non ho ambizioni personali. Allo stato, sto soltanto sensibilizzando la politica locale su alcuni temi che appaiono fondamentali per il futuro di Apricena. Se dovessi rendermi conto che per portarli avanti è necessario un mio impegno in prima persona, non mi sottrarrò. Dipenderà molto dal grado di apertura che su detti temi avranno le attuali formazioni politiche. Se li faranno realmente propri, individuando al più presto candidati determinati e coraggiosi (che diano, cioè, sufficienti certezze in tal senso), sarà superflua una mia discesa in campo. La competizione politica è anche questo».

Quali sarebbero questi temi?

«Innanzitutto occorre potenziare la democrazia diretta. E’ l’unico modo per ridurre l’astensionismo, che, nelle elezioni amministrative del 2019, ha raggiunto, ad Apricena, il massimo storico degli ultimi trent’anni. Quasi il 34%. Un dato che dovrebbe allarmare chiunque si interessi di politica a tempo pieno».

In che senso andrebbe potenziata la democrazia diretta?

«Dichiarandosi nei fatti disponibili ad una serie di azioni concrete volte al massimo ampliamento possibile degli spazi di democrazia e di partecipazione dei cittadini alle decisioni che li riguardano, per ovviare al problema del crescente disinteresse per la vita politica e per affrontare il tema del “deficit democratico” che caratterizza l’Italia intera».

«A livello locale occorre provare a resistere e andare controcorrente, sperimentando e attuando metodi di ascolto e di decisione collettiva in cui si apprenda e si pratichi la cittadinanza attiva. Insomma, i cittadini devono poter contare di più sempre, non soltanto ogni cinque anni, quando, cioè, sono chiamati a rinnovare il consiglio comunale. In altri termini, i cittadini devono poter condizionare direttamente le scelte amministrative di chi governa la propria città, riappropriandosi degli spazi a loro riservati dalla Costituzione e dalla normativa vigente o sperimentandone di nuovi».

Ha già un’idea su come fare?

«Andrebbe semplicemente integrato lo Statuto Comunale. Esattamente come ha fatto nel 2016 il Comune di Vignola (Modena), che, con il supporto giuridico dell’Università di Bologna, è diventato la punta più avanzata nel settore della democrazia diretta in Italia e probabilmente in Europa. Una vera e propria pietra miliare per la democrazia locale e un folgorante e pionieristico esempio per il resto del Paese.

La nuova carta comunale di Vignola contiene, infatti, una gamma completa e ben disciplinata di tutti gli istituti di democrazia diretta e partecipata che ogni ente locale dovrebbe prevedere, tra cui il bilancio partecipativo.

Un lavoro di studio, quello del Comune di Vignola, che è durato oltre due anni e mezzo e che noi ad Apricena potremmo sin da subito adottare, con un semplice copia e incolla. A patto che i sostenitori della democrazia rappresentativa vorranno rinunciare a parte delle loro attuali prerogative, introducendo, tanto per cominciare, la figura istituzionale dell’Assessore alla democrazia e partecipazione e del Comitato popolare di garanzia».

Un programma, quindi, rivoluzionario?

«Direi fortemente innovativo o semplicemente connesso con la volontà della gente comune, dalla quale, da ormai un mese, sto ricevendo quotidianamente un sacco di messaggi di incoraggiamento. Ma tra i temi da me posti non c’è solo il potenziamento della democrazia diretta. C’è anche, per esempio, la questione della riapertura (fortemente voluta dalla cittadinanza) dello storico cineteatro “Solimando” ed il tema dello sviluppo economico di Apricena, attraverso un percorso strategico, chiaro e preciso, finalizzato al raggiungimento di un benessere diffuso, cioè di tutti» conclude l’“outsider” della politica apricenese.