IN UNA VECCHIA GUIDA TURISTICA COSI’ VENIVA DESCRITTA LA CITTA’ DI SAN NICANDRO GARGANICO

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In una vecchia guida turistica scritta da Donato Torraco e Salvatore Antonio Grifa che parla del Gargano c’è una parte dedicata a San Nicandro che così viene descritta.

SANNICANDRO GARGANICO: 224 metri sul livello del mare, abitanti: 10.000 sannicandresi, codice avviamento postale 71015, prefisso telefonico 0882, superficie: 17.000 ettari

C’è ancora il bel castello attorno al quale è cresciuta, abbarbicata su un pendio, la città. A guardare i laghi e a difendere il Gargano dall’invasore di turno. E’ territorio medioevale, antico e contadino, che va conquistato mano a mano. A cominciare dalle scalinate. La città trae origine da un piccolo casale denominato “terra vecchia” o “Sant’Anna”, fondato e popolato dai Longobardi. E’ tradizione, anche, che, Sannicandro, in origine sorgesse un prossimità del lago Varano con il nome di “Santannea” (Sant’Elena) e che solamente nel X secolo, gli abitanti, impauriti dai saraceni, si siano ritirato ove è la città ora, fondando il nuovo borgo ed edificando le mura considerandosi al sicuro sotto la protezione di San Giorgio, patrono degli armati.

Il primo documento che registra il toponimo di Sannicandro risale al 1095, quando la città, ormai del tutto cristianizzata, assume il nome del martire africano Nicandro, decapitato nel 303 dopo Cristo presso Venafro. Con molta probabilità nel sito doveva esistere un sacello dedicato a San Nicandro.

Nell’elenco dei Baroni, compilato dal Gran Cancelliere Matteo D’Ayello, tra il 1154 e il 1161, la città era registrata come “San Nicandro di Devia”. Successivamente il Conte Ionata, donava il feudo alla abazia di Santa Maria di Pulsano, vicino Monte Sant’Angelo. Nel 1225 Federico II confermava il possesso e nel 1230 la città di Apricena otteneva, sempre da re svevo, il diritto di esercitare gli usi civici sul territorio di Sannicandro.

Incerta la data in cui la città cessò di appartenere al Pulsanesi il cui Ordine, di origine garganica, durò fino al XIV secolo. La città, nel 1464, veniva infeudata dal nobile Nicola La Marra che costruì anche il castello per poi passare ad Antonio Picciolo, consigliere personale del re Federico d’Aragona. Nel 1568 Alfonso Picciolo alienò il feudo per 30 mila ducati d’oro in favore di Francesco De Sangro.

Nel 1598 la città era governata dalla famiglia Caroprese e, nel 1626, veniva venduta “sub hasta” per 12 mila ducati. Intorno al 1800 Sannicandro passò alla famiglia del principe Cattaneo, ultimo feudatario.

L’economia della città ha solide basi agricole e casearie.

ARTIGIANATO: merletti e lavorazione in ferro

BENI SOTTOPOPSTI A VINCOLO STIRICO-ARTISTICO: castello al largo Colonna, casa di Via XX Settembre, Palazzo in Corso Garibaldi, Arco della Terra Vecchia, chiesa di Santa Maria del Borgo, chiesa del Buon Consiglio, Palazzo signorile, chiesa di Santa Maria di Devia

DA VISITARE: castello medioevale, chiesa di Santa Maria del Borgo, convento di Santa Maria delle Grazie

ESCURSIONI: chiesa di San Giuseppe, Dolina carsica di Pozzatina, grotta della Macina, grotta dell’Angelo, Abazia di Santa Maria di Devia, santuario di San Nazario

FESTE RELIGIOSE: San Nicandro (17 giugno), San Biagio (3 febbraio), San Nazario (28 luglio), Sant’Antonio (13 giugno), settimana santa, Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (8 dicembre)

MANIFESTAZIONI: sagra della mozzarella garganica (14 agosto), sagra del torcinello (16 agosto), festa di sant’Antonio (13 giugno)

MERCATO: quindicinale (primo e terzo venerdì di ogni mese)

SPECIALITA’: latticini, uova, campesine, ricotta salata, caciocavallo, annoglia, dolci (calzoni pieni di ceci impastati con vincotto e fritti nell’olio di oliva), testina e frattaglie di agnello, contornate di patate e lampascioni.