Siamo nel mese di maggio e si ritorna a parlare della prossima estate, degli eventi estivi a San Nicandro e a Torre Mileto che ci accompagneranno fino agli inizi di settembre. Ma si torna a parlare anche dello Schiapparo il cui territorio è ancora oggetto di discussioni per la sua futura destinazione.
Si parla della sentenza con la quale il Consiglio di Stato dichiarava soccombente il comune di San Nicandro nella vertenza confinaria degli usi civici contro il comune di Lesina. Quella sentenza sembra aver messo la parola fine ad una vicenda che le varie amministrazioni comunali hanno fatto durare tantissimo tempo con spreco di denaro pubblico. La chiusura della vertenza lascia lo spazio per poter fare una valutazione sul futuro di tutta la zona dell’istmo che da Torre Mileto porta fino alla foce dello Schiapparo.
In un incontro tra sindaci circa la valorizzazione dei due laghi, quello di Lesina e quella di Varano, il compianto sindaco Ciavarella aveva posto l’accenno proprio sull’istmo adoperando la metafora dell’ascia di guerra che il comune di San Nicandro vuole definitivamente sotterrare. La sua affermazione era stata ben gradita soprattutto dall’allora sindaco Cristino di Lesina e condivisa da tutti gli altri in virtù di una definitiva valorizzazione di quell’area. Infatti era stata sottolineata che era ormai terminato il tempo di costruire ancora su quel territorio in quanto ora occorre una grande opera di ristrutturazione delle strutture esistenti che darebbe ossigeno ad una economia che langue da tempo. L’intento sembrava essere una accelerazione per chiudere in maniera tombale il contenzioso ben sapendo che quel territorio fa parte del comune di Lesina che, insieme a quello di San Nicandro, dovrebbero fare fronte unico presso gli enti regionali per la definizione del Pirt o per la qualificazione dell’intera zona e, soprattutto, per portare tutti i servizi necessari e di primaria necessità per la vita normale di ogni giorno e cioè strada, illuminazione pubblica, rete idrica e fognante.
Se le due amministrazioni prendessero un impegno serio per un progetto di sviluppo turistico dell’istmo, senza più campanilismi di sorta, il sogno di tanti potrebbe diventare realtà. Certamente non si parla di qualche anno in quanto ci vorrà del tempo per la definizione della parte amministrativa che deve essere condivida dalla Regione Puglia e poi fare dello Schiapparo un cantiere aperto per la sistemazione degli immobili, delle attività commerciali e delle strutture turistiche.
Parlarne ora sembra veramente un sogno, ma quante cose sono state fatte partendo da un sogno. È questa una occasione che la politica non deve farsi sfuggire non per l’acquisizione di consenso ma per lasciare alle future generazioni una possibilità di sviluppo che i loro padri non hanno mai avuto, anche proprio per colpa della politica.
Il Direttore