“Non esiste un carnevale di serie A e non esiste un carnevale di serie B”. La festa del carnevale è bello in ogni sua forma perché dà libero sfogo alla fantasia e all’impegno che ogni persona mette per rendere le sue idee visibili a tutti.
È quello che è accaduto nella nostra San Nicandro Garganico e in tutti i paesi del nostro Gargano e della nostra Capitanata. Il nostro carnevale, quello nostrano garganico e di capitanata non è secondo a nessuno. Sono tutti belli con la loro storia e la loro organizzazione.
Onore a tutti gli uomini e a tutte le donne che si sono spesi per questi giorni. Sta diventando un qualcosa di eccezionale in un contesto sempre più variegato e sempre più sano.
Associazioni vere e associazioni sempre più animate che vengono amalgamate da un’unica parola: passione. Non è stato difficile respirare aria di libertà e di armonia. Ognuno ha potuto abbandonare per qualche ora i suoi problemi, i suoi impegni, i suoi pensieri. La festa del carnevale ha donato un qualcosa di miracoloso. Giovani e meno giovani hanno rappresentato la natura dei sannicandresi in uno spirito gioioso e storico che li hanno sempre contraddistinti. Le tradizioni non vanno perse ma vanno salvaguardate e trasmesse alle nuove generazioni affinchè si possa assaporare quella storia che ci fa conoscere in tutto il mondo. La nostra “Pacchiana e il nostro Pastore” sono da sempre il fiore all’occhiello genuinamente e meticolosamente curato in ogni suo particolare. Non a caso, anche il carnevale di Venezia ha visto il nostro costume protagonista tra i concorrenti portando a casa il primo premio. Tra i carri che hanno sfilato nella nostra città, quello di una famosa birra che ha visto protagonista una vera cassa con le sue bottiglie rappresentate dai suoi partecipanti e ideatori con il vestito da bottiglie, stanno sbaragliando sul web e su tutti i giornali anche fuori frontiera. Da ricordare che le associazioni hanno giocato un ruolo di primaria importanza. Dalla sicurezza all’organizzazione hanno dato prova che ci sono uomini e donne che sanno dare il massimo. Alla politica va spronata quella volontà di mettere la festa del carnevale tra quelle riconosciute e certificate con un marchio di qualità che possa esportare fuori dai nostri confini le nostre tradizioni e la nostra originalità. Non a caso molte città viciniore hanno richiesto la partecipazione nelle loro piazze dei nostri carri. Ciò vuol dire tanto.
In commissione Cultura a Roma sono stati definiti e illustrati i criteri per stanziare i contributi per sostenere i carnevali storici come previsto dalla norma approvata a settembre 2022 finalizzata alla valorizzazione delle manifestazioni esistenti almeno da 20 anni e quelle di riconosciuto valore storico e culturale. Non possiamo lasciare orfano un carnevale come il nostro che ha una grande storia, una grande valenza e soprattutto una grande opportunità di sviluppo per il territorio. Basti pensare a paesini della nostra Puglia che ne hanno colto l’occasione per attirare gente da ogni parte investendo sul turismo e investendo sulla manovalanza creando veri e propri laboratori incuriosendo la gente invogliandola a visitare il nostro borgo (dopo aver ricevuto le attenzioni necessarie di sicurezza). Il lavoro va inventato e noi abbiamo tanto da fare e da esportare. Il ruolo della politica in questa direzione è quello di facilitare queste pratiche investendo su chi si mette in gioco seriamente. È tutto pronto. I fatti parlano. La politica locale interloquisca con la politica nazionale e cerchi le migliori soluzioni per rendere il nostro carnevale uno dei più attraenti e importanti. Ci sono tutti i presupposti per poterlo attuare. Il turismo locale ha fame di numeri e sete di successo. Tra il turismo religioso, turismo marittimo e montano, va aggiunto e quello del nostro carnevale e avere un’unica risposta: successo su ogni fronte.
Gino Carnevale