ASPETTANDO CARNEVALE 2023, I DUE COSTUMI TIPICI: PASTOR E PACCHIANA

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Aspettando il Carnevale 2023, oggi analizziamo i due costumi tipici.

PACCHIANA DI SAN NICANDRO

Capelli

Le donne avevano i capelli molto lunghi. Essi venivano tirati dietro, intrecciati e sistemati per formare il cosiddetto “tupp”.

Spilloni

In occasione delle feste, sotto il “Tupp”, venivano sistemati ad entrambi i lati due spilloni detti “sp’ngh’lun” ornati sulla parte superiore. Si inseriscono degli spilloni mobili detti “tr’mulent” per un massimo di tre o quattro. Infine veniva messo un pettine d’argento per abbellire il tutto.

Orecchini

Le pacchiane portavano vari titpi di orecchini molto belli: orecchino “a rota” (quelli più tradizionali) e orecchini “a pera” (tradizionali ma più costosi. Pesavano circa 36 “trappese”. Il trappese pesava meno di un grammo).

Collane

Le collane venivano sistemate nel seguente modo: 1) “stringicollo”: collana corta che si posava sopra la “cam’scella” o “davantino”; 2) “vulera”: collana più larga e più lunga dello “strimngicollo”; 3) “nnocca”: collana ancora più lunga; 4) “lacc”: collane di vario tipo: “r’tort”, “a fava”, “a ferrovia” o A binario”, “guardapass” (collana con stelline.

Poi c’erano i fermagli o spille che servivano per sistemare i “lacc” in modo che non pendessero molto. Anche la gente povera aveva questi oggetti perché erano regali di matrimonio. Infatti era usanza che la sposa metteva sulle ginocchia un fazzoletto bianco finemente ricamato ove i parenti posavano i regali.

“Vunnedda”

Era la caratteristica più appariscente della Pacchiana. Consisteva in una voluminosa gonna pressata a ventaglio. Era di colore blu scuro con tre fasce d’oro per le famiglie benestanti (massar, art’gian, mezzo ceto, …). I più poveri avevano solo la pacchiana senza nessuna altra applicazione. I meno poveri mettevano un fascione (di grandezza media, cominciando da sotto); quelli che economicamente stavano meglio ne aggiungevano un altro (stretto sopra il primo). Il ceto medio portava tre fascioni p un giro di bordo. Si diceva, infatti, che chi aveva il bordo aveva anche tre fascioni. Un’attenzione particolare si dava al “fascione”. Infatti, se la pacchiana era di colore marrone il fascione era verde o “cherms” (color fiocco di cardinale); se la pacchiana era nera, normalmente il fascione era celeste, ma poteva essere anche rosa o verde.

Maniche

Tutte le pacchiane (con il bordo o i fascioni) avevano tra fili d’oro sulle maniche. La particolarità del filo centrale era che aveva la forma a “cucc’letta”.

Grembiule

Anticamente il grembiule, chiamato “z’nal” era di colore scuro, molto semplice e con pochi merletti. Successivamente non trovandosi più la stoffa adatta è stata impiegata un altro tipo di stoffa di color beige chiaro o bianco. Questo tipo di “z’nal” viene un po’ scurito con bellissimi ricami e lavori sovrapposti. Sopra il “z’nal” si usava mettere la cinta (bordo) con un fiocco.

Fazzoletto sulle spalle

Veniva usato un fazzoletto quadrato, piegato a triangolo e senza ricami della stessa stoffa delle maniche e del grembiule. Anticamente, però, “z’nal” e maniche erano dello stesso tipo mentre il fazzoletto veniva ricamato solo in qualche parte.

Fasciator

Fazzoletto piegato a pizzo usato per le festività. Era di panno lencio di colore rosso sempre con tre fili di bordo dorato. Alcune volte il “fasciator” era di colore verde.

Cutredd

Era quadrato, trapuntato e di coloro bianco. Veniva usato per le visite e per le cerimonie funebri.

Scarpe

Le pacchiane usavano stivaletti con elastici ai lati oppure con bottoni laterali. I “chianell”, che erano ciabatte con tacco basso, venivano usate per i lavori domestici. Comunque i più poveri, poiché non potevano permettersi di comprare le scarpe, si sposavano con le “chianell”,

Borsetta

E’ un accessorio d’argento aggiunto solo recentemente che serve per offrire i confetti ai conoscenti.

Anelli

Ne mettevano quanti ne possedevano. Erano di vario tipo; anello d’oro a primo e secondo piano (con rialzo), anello raffigurante il Santo del nome dello sposo (per esempio: se il marito si chiamava Michele, l’anello raffigurava San Michele), anello della Madonna del Carmine (per devozione), anello a “curniola” (pietra marrone, anello a fasce verdi, anello a “cinta”, ecc. E’ chiaro che non portavano la “fede”, cioè l’anello matrimoniale.

Calze

Erano normali calze di cotone.

Trucco

Non veniva adoperato dalle pacchiane. Alcune donne usavano una specie di cipria rosa che era chiamata “u citt citt” per far capire che veniva messo di nascosto senza che potessero ACCORGERSI. Talvolta era occasione di offesa. Infatti, per parlare di una donna non molto onesta, si usava dire “quedda c’è mess’ u citt citt”.

IL “PASTOR” DI SAN NICANDRO

Dopo aver analizzato nell’articolo di ieri il costume della “Pacchiana”, si conclude l’analisi dei due costumi tradizionali sannicandresi con il vestito del “Pastor”.

Sciascina

Tipo di cappello usato unicamente dentro le mura domestiche per ripararsi dal freddo. Era di velluto nero, finemente ricamato, ora è divenuto accessorio per il carnevale. Infatti, il Pastor quando era con la Pacchiana usava il normale cappello.

Giacca

Era di velluto liscio non a coste di colore marrone. Aveva tre bottoni sul davanti e tre sui polsi.

Pantaloni

Della stessa stoffa della giacca. Corto fino alle ginocchia e lateralmente c’era un bottone dorato o di ottone.

Cinta

Fascia di velluto nero che serviva per tenere i pantaloni. Veniva messa sotto il gilet.

Gilèt

Era di velluto marrone. Aveva solo una particolarità: le tasche erano allungate lateralmente.

Camicia

La camicia aveva il collo a “p’stagna” con i normali bottoni.

Fazzoletto sulle spalle

Era chiamato “muqquator”. Era di colore giallo e veniva annodato in avanti. Non si usava far passare il fazzoletto attraverso anelli.

Pan’ttera

Anche questo, come la borsa della Pacchiana, è un accessorio aggiunto solo recentemente in occasione del carnevale per mettere i “confetti da getto” prima ed ora per offrirli agli amici.

Bastone

Non lo usavano durante le feste e le cerimonie.

Calze

Erano di colore bianco, lavorate ai ferri con disegni vari.