SAN NICANDRO. STORIE DI ALTRI TEMPI: IL MATRIMONIO

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Termina con questo articolo la descrizione di un mondo che non c’è più, quello dell’incontro e la conoscenza tra due ragazzi, il corteggiamento, il fidanzamento ed il matrimonio. Sono ricerche del secolo scorso che parlano dell’amore di una volta, di come si arrivava al fidanzamento e allo sposalizio che suscitano, ancora oggi, tanta emozione ed hanno bisogno di essere raccontate per non svanire nell’oblio della modernità.

Un elemento da valutare per la capacità che aveva di condizionare il matrimonio era la scelta della data del matrimonio. Infatti, fissare la data implicava fare i conti con una serie di limitazioni. Alcune di esse attengono all’area delle consuetudini religiose, ovvero di tradizioni, norme comportamentali e piccole superstizioni che attribuiva nano a momenti o a periodi particolari della settimana o dell’anno valenze infauste o funeste. Per esempio, la data delle nozze veniva stabilita dalla famiglia della sposa e la cerimonia non poteva avvenire né a novembre né a maggio, né di martedì e né di venerdì. Un’altra usanza era quella del matrimonio in due tempi, utilizzato occasionalmente durante la guerra e nei paesi a forte emigrazione. In questo caso si celebrava prima il matrimonio in chiesa senza abito bianco e di mattina presto. Al momento opportuno si decideva di celebrare il secondo matrimonio che prevedeva l’abito bianco, corteo, pranzo e così via.

La preparazione del giorno del matrimonio copriva un breve arco di tempo. Due temi ricorrono frequentemente: le pubblicazioni e la preparazione del pranzo. Le pubblicazioni erano un fatto esclusivamente burocratico. Le partecipazioni erano destinate a parenti e amici e alle personalità del paese, comunque vicine agli sposi. Allora l’uso delle partecipazioni non era molto diffuso e si avvisava a voce. Le bomboniere erano riservate solo ai testimoni degli sposi.

Il letto degli sposi era demandato alle loro madri usando il lenzuolo più importante “primo letto” (u’ prim lett) e la coperta più importante. Spesso sui confetti venivano scritti i nomi degli sposi e messi a secondo del lato del letto che avrebbero occupato. In quei tempi non si usava molto fare regali agli sposi. Finito il pranzo, gli invitati, a volte, salivano a vedere la camera nuziale dove era esposto il corredo della sposa (ma questo si faceva anche prima del loro matrimonio). Gli eventuali regali consistevano in soprammobili, piatti, bicchieri, utensili per la casa.

Il giorno delle nozze era un giorno da festeggiare. Importante l’abito da sposa che veniva confezionato dalla stessa sposa con l’aiuto di amiche. Era assolutamente vietato vedere l’abito da sposa. Le donne invitate non vestivano né di colore nero, nè di colore bianco. Il matrimonio veniva celebrato di buon mattino. La sposa si recava in chiesa accompagnata dal padre e dalla famiglia. Terminata la cerimonia si passava dalla casa dello sposo perché la sposa doveva buttare confetti dal balcone e poi tutti alla casa della sposa per il pranzo. Durante il pranzo c’erano i brindisi augurali frutto di antiche tradizioni. Lo scopo era quello di esaltare la bellezza della sposa, la forza e l’onestà dello sposo ed a suscitare l’ilarità e l’allegria degli invitati con frequenti accenni al sesso e al rapporto sessuale.