EDITORIALE DELLA DOMENICA. FINITA L’ESTATE, COME LA VOGLIAMO SAN NICANDRO?

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Spesso si sente dire da qualcuno: “Par ca ogne paes è megghj d’ Sant’ L’candr…”. In verità, fa molto male ascoltare questa frase da un sannicandrese, ma pare sia l’opinione comune di molta gente. Infatti viene notata la differenza di come viene vissuta l’estate in altre cittadine del Gargano, della notorietà degli aventi che si organizzano altrove e, soprattutto, dalla gente, anche di San Nicandro, che invade le piazze e i luoghi della movida di altri centri e che partecipa ai momenti dell’estate di altri comuni. Insomma c’è qualcosa di cui ci si deve rendere conto ed è quella di proiettare San Nicandro in un futuro migliore.

Come tutti gli anni, dopo l’estate, San Nicandro si spopola per il rientro dei tanti sannicandresi che hanno trascorso le loro vacanze con i parenti ed amici. Ritorna la normalità di sempre con i problemi di sempre. L’unica cosa che San Nicandro ci guadagna è il traffico non più problematico come nei giorni passati ma molto più tranquillo ed abitudinario.

Purtroppo la mancanza di traffico sottolinea chiaramente meno gente, meno gente significa meno consumo, meno consumo vuol dire che l’economia locale soffre. A parte i locali della movida sannicandrese che hanno, fortunatamente, fatto il pieno ogni sera anche altri esercizi commerciali hanno riscontrato buoni risultati. Ora, invece, nella speranza di una svolta della vicenda Ucraina e di uno stop ai rincari connessi ad una economia senza controllo, questa macchina economica riprenderà a correre la prossima estate quando, invece, occorre adoperarsi che l’effetto estivo sia da traino per creare condizioni favorevoli in tutti gli altri mesi dell’anno.

Nessuna bacchetta magica potrà operare questo cambiamento epocale ma se si unisce l’imprenditoria locale, gli operatori turistici locali, l’associazionismo locale, sicuramente facendo un passo per volta il risultato positivo è a portata di mano.

E la politica che ruolo deve esercitare in questo mutamento genetico del nostro territorio? Certamente un ruolo di primo piano non solo collaborando con gli altri soggetti, ma anche con iniziative proprie invece che affidarsi esclusivamente ad altri. Si dirà che le finanze non lo permettono e quindi già la sponsorizzazione degli eventi e qualche contributo costituiscono un impegno molto gravoso per l’ente pubblico.

Con questa logica non si arriva da nessun parte e solo se si mettono in campo professionalità locali e una diversa gestione pubblica della spesa sarà possibile il cambiamento di una cittadina che ha solo voglia di osare a crescere e di non farsi dimenticare.

Il Direttore