REGIONE PUGLIA: OK ALLO SCREENING DI POPOLAZIONE PER PREVENIRE IL TUMORE AL COLON

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Approvata all’unanimità la proposta di legge che contiene misure per il potenziamento dello screening di popolazione allo scopo di prevenire il tumore del colon retto.

L’importanza di questa iniziativa legislativa è data, fra l’altro, dalla considerazione che Il tumore colorettale rappresenta nei paesi occidentali la terza causa di neoplasia più frequente e la seconda/terza causa di morte per cancro sia nei maschi che nelle femmine. Tale tumore si sviluppa nella stragrande maggioranza di casi a partire da lesioni precancerose (l’adenoma, generalmente in forma di polipi) che si valuta possano trasformarsi in tumori invasivi in un periodo di circa 10 anni (cosiddetta sequenza adenoma-carcinoma). Pertanto, l’individuazione di tali lesioni precancerose rappresenta un elemento favorevole per una diagnosi precoce ed un successivo trattamento che può portare a guarigione il paziente affetto.

Le disposizioni normative sono finalizzate a potenziare il programma di screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore al colon-retto, attraverso l’integrazione e la modifica delle disposizioni amministrative vigenti, nel rispetto della normativa statale.

Il programma di screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore al colon-retto è rivolto a tutta la popolazione con età compresa tra quarantacinque e settantacinque anni, attraverso un test di classificazione, da effettuare nelle strutture sanitarie pubbliche, diretto a distinguere le persone sospette di malattia, eseguito sulla base d’inviti equiparati per natura giuridica alle prenotazioni ordinarie per le prestazioni diagnostiche a richiesta, inviati dalla Azienda sanitaria locale (ASL) di riferimento territoriale all’intera popolazione interessata, nel rispetto della propria organizzazione e delle modalità previste dagli atti amministrativi vigenti. Il test di selezione è ripetuto ogni due anni.

Con la lettera di comunicazione dell’esito negativo del test è indicata la data del test successivo, da svolgersi secondo la periodicità e le modalità indicate. Nel caso di esito positivo del test, la persona interessata è contattata dal Centro di screening della ASL territorialmente competente e indirizzata a data fissa presso il servizio di endoscopia dei presidi ospedalieri pubblici, per i più approfonditi esami diagnostici e l’eventuale avvio della presa in carico.

Per la fascia d’età superiore a settantacinque anni la valutazione sulla tipologia del test e la periodicità sarà valutata dal medico di medicina generale e sulla base delle condizioni generali di salute.

Dal programma di screening sono esclusi i pazienti già affetti da tumore al colon-retto, dotati di codice d’esenzione 048 e 009, da malattie infiammatorie croniche intestinali e coloro che abbiano eseguito una colonscopia con esito negativo o un intervento chirurgico sul colon negli ultimi cinque anni.

Al fine di migliorare le conoscenze nella prevenzione del tumore del colon-retto, tutti i dati aggregati e disaggregati in forma anonima devono essere resi disponibili per le valutazioni medico-scientifiche dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico “Saverio De Bellis” di Castellana Grotte.

L’Assessorato regionale alle politiche della salute provvederà entro sei mesi dall’entrata in vigore delle presenti disposizioni a fornire indicazioni alle Aziende sanitarie della Regione al fine di provvedere: al potenziamento delle risorse umane e strumentali delle strutture di Gastroenterologia ed Endoscopia Digestiva coinvolte nel programma di screening; all’organizzazione di una rete   regionale hub e spoke in grado di adempiere alle maggiori necessità di colonscopie derivanti dall’incremento delle lesioni diagnosticate; all’applicazione di modelli nel governo della domanda di prestazioni endoscopiche, finalizzati alla riduzione delle quote di inappropriatezza, adottando le linee guida conformi ai Piani nazionali di gestione delle liste d’attesa, e prevedendo l’obbligo di allegazione alla prescrizione diagnostica di idoneo attestato di conformità al modello di appropriatezza, confermato dal medico specialista all’atto dell’erogazione della prestazione.