EDITORIALE DELLA DOMENICA. UN VOTO PER IL “BENE DEGLI ITALIANI” NELLA CONFUSIONE DELLA POLITICA

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Non era mai successo che l’Italia fosse chiamata alle elezioni politiche in estate. L’Italia meraviglia il mondo con le sue bellezze e la sua storia culturale ma anche con le sue stranezze politiche che, di vera politica, c’è veramente ben poco.

Si faranno comizi sulle spiagge? Come comunicheranno i partiti il loro programma elettorale? Come si avrà la certezza sulle proposte per la nuova fase del problema Italia? Sì, l’Italia è piena e confusa dai suoi problemi e si chiede agli italiani che tra 60 giorni devono depositare nell’urna elettorale la propria preferenza sulla scelta fatta.

Tutti i partiti diranno una sola frase “lo facciamo solo per il bene degli italiani”, oppure “sono stati gli altri a far cadere il governo” addossandone sempre la responsabilità delle cause sulle spalle altrui.

Insomma un fenomeno che continua con la consapevolezza che il “gregge Italia”, perché questo secondo la politica siamo diventati per loro, continua a camminare sulle loro strade che raramente si incrociano. Questa è la politica per i politici.

Dicono che la gente non ce la fa ad arrivare alla fine del mese, che la ricchezza non cresce, che manca il lavoro e, come antidoto a questo problema c’è solo la politica. Insomma la politica come medicina per i mali dell’Italia. Ma si nasconde che i mali dell’Italia vengono proprio e solamente dalla politica o, meglio, dalla brutta politica che domina nel parlamento italiano.

Un cane che si mangia la coda. Si vede nei talk show televisivi le bugie che si dicono perché la verità è per le persone per bene perché solo le persone per bene guardano il prossimo prima di loro stessi. Per chi segue un po’ la politica e, come si dice, si legge le carte, è incomprensibile dal punto di vista morale atteggiamenti che mischiamo la menzogna all’arroganza, la velata serietà del discorso con la verità dei fatti accaduti.

Questi atteggiamenti, chi più e chi meno, coinvolgono un po’ tutti i partiti, veti incrociati, vendette personali, accordi palesemente impensabili, egoismi e spregiudicatezze che impoveriscono proprio il cuore della politica seria, quella che cittadini ancora devono scoprire, quella che non vuole essere messa in campo altrimenti finirebbero tutti i giochi di palazzo e le sopravvivenze di coloro che fanno le belle statuine nella casa degli italiani che è e deve rimanere il parlamento.

Il parlamento rappresenta la storia della nostra nazione dove si trova la soluzione a tutto ma è diventato il luogo delle discordie reciproche, dai capi partiti che indicano come votare (altrimenti…), di una moralità di cui sembra non vergognarsi nessuno.

Intanto, tra due mesi si vota e, come al solito, l’elettore sarà trascinato più che dalla sua coscienza, dalle sollecitazioni di tanti per un convincimento della propria scelta. Astenersi? Questo assolutamente no perché è un diritto/dovere il voto nella flebile speranza che si avvii un processo di svolta per una maturità collettiva di una scelta giustificata solo dalla propria esperienza personale senza alcuna interferenza estranea alla propria coscienza.

Il Direttore