Caro Direttore, leggo il tuo editoriale della domenica sempre con molto interesse e attenzione. Condivido tutto, l’analisi e i suggerimenti da te avanzati e rivolti alla popolazione locale in forma di sollecitazione e riflessione collettiva. Mi permetto solo di avanzare qualche personale riflessione. Tu parli di incontro tra “imprenditoria locale e i consumatori” per alimentare il mercato dei consumi locali, in particolare nei settori agro-alimentare e commerciale.
E’ verissimo! Poniamoci, però, una domanda: perchè a Sannicandro questo non avviene? Io credo di poter dare una risposta realistica: perchè non c’è nella nostra città una vera imprenditoria agricola, commerciale, turistica o artigianale e, a causa dello spopolamento soprattutto giovanile, non ci sono più sufficienti consumatori. Mi spiego con ulteriori domande:
1) Vediamo imprenditori turistici locali o non che investono a Torre Mileto?; io non ne vedo, anzi, la situazione oggi è peggiore rispetto a quella degli anni 70; 2) Vediamo investimenti nel commercio?; io non ne vedo, anzi, non esiste più una vetrina commerciale degna di questo nome neanche in centro, cosa che pur si vedevano negli anni 70; 3) Vediamo imprenditori investire nel settore agricolo o artigianale o nella produzione di carni?; neanche a parlarne!, eppure la mattina si fa la fila per comprare mozzarelle e caciocavalli in via Gramsci. Altrettanto dicasi per il settore dei fiori secchi che, mi dicono, è in forte ripresa come negli anni passati.
No!. Io credo sia un problema culturale, cioè non esiste nella nostra città una cultura imprenditoriale che oltre al legittimo profitto guardi anche allo sviluppo dell’economia locale, allo sviluppo del lavoro, che abbia il senso della socialità. E non vedo vie d’uscita a livello locale considerato che l’assenza di giovani, costretti ad andare via, riducono sempre più quel minimo di potenzialità che pure pensiamo ancora di avere nel nostro territorio. Io continuo a pensare che il settore turistico possa fare da traino a un possibile futuro sviluppo economico, ma è necessario “porsi sulle spalle” politicamente, con coraggio e senza timori, la questione ISTMO se vogliamo fare affidamento a futuri investimenti locali e nazionali e far aumentare il livello della “ricchezza” collettiva.
Se io leggo che i medici non vogliono venire a lavorare nel pronto soccorso di Sannicandro, mi pongo la domanda perchè un imprenditore locale o forestiero debba venire ad investire i suoi soldi nel nostro territorio? Sono troppe le cose che non vanno e che, a volte, non si possono dire quasi per pudore. Comunque, Direttore, anch’io come te voglio conservare una visione “romantica” del nostro futuro, ma sappiamo anche che essere realisti può, a volte, risultare utile per sollecitare culturalmente qualche mente sopita.
Leonardo Di Monte