SIMONA MOLINARI A SAN SEVERO

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L’appuntamento è per venerdì 6 maggio alle 21:00 (porta alle 20:30) al Teatro Verdi di San Severo.

Ecco alcune parti dell’intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” il 3 aprile scorso.

“La musica è una cura per chi la fa e un sollievo per chi la ascolta”. Simona Molinari riflette così sul suo ritorno sulle scene discografiche dopo quasi nove anni di assenza. Un periodo lungo, segnato da tanti eventi felici e non (dalla maternità alla pandemia) che hanno sviluppato nell’artista una necessità di cambiamento non più rimandabile. Il suo nuovo album si intitola Petali, uscito il primo aprile, e segna un passaggio importante nella sua carriera: il caratteristico stile jazz/swing del passato si è trasformato in un pop elegante e più intimo, con la sua inconfondibile voce che si muove all’interno di una cornice musicale curatissima.

A proposito, lei sostiene di sentirsi particolamente soddisfatta del brano ‘Lei balla sola’, che è la storia di una clochard.

“E’ vero. La protagonista di quella canzone è una clochard che si spoglia di tutte le convenzioni, fa casa dentro di se, non le interessa il pensiero degli altri, è libera e non ha paura. Io per tanto tempo ho avuto paura, degli uomini e di come venivo guardata e giudicata, e vorrei che non accadesse più“.

Nel corso della sua carriera lei ha collaborato con tanti artisti di fama, da Peter Cincotti a Gilberto Gil a Ornella Vanoni. Quale di queste esperienze la ha lasciato il ricordo migliore?

“Quello con Ornella Vanoni è stato un incontro speciale. L’ho conosciuta che avevo 26 anni e mi ha sorprese la sua modernità di pensiero. Mi ha affascinata, è una donna iconica, pronta a cambiare e sempre al servizio della musica. Credo mi abbia influenzata, la sua passione è contagiosa. I veri grandi sono sempre umili”.

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