BENVENUTA AL MONDO NICOL

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La piccola Nicol e la sua mamma Oksana ce l’hanno finalmente fatta. La prima è venuta al mondo oggi in Casa Sollievo della Sofferenza, precisamente alle 13.45 (….), con un parto cesareo effettuato nell’Unità di Ostetricia e Ginecologia. Sta bene anche se è prematura. È nata alla 36esima settimana, pesa 3 kg e starà in osservazione in Terapia Intensiva Neonatale per qualche giorno a scopo precauzionale. I medici sono ottimisti.

Loro due, mamma e figlia, assieme al piccolo Luca di 3 anni e alla nonna, sono scappati dall’Ucraina subito dopo l’inizio della guerra. Vivevano a Kiev, assieme a papà Andrey. Era una vita tranquilla la loro.  Lui avvocato, lei lavorava nella società elettrica del suo paese. Finché dal cielo non sono iniziate a piovere bombe sulle case, sugli edifici, sulla gente.

Poi ad Andrey arriva una chiamata da Biccari, un piccolo ma accogliente paesino della provincia di Foggia. «Come stai? E Oksana? C’è la guerra in Ucraina, e tua moglie è quasi vicina al parto, perché non venite qui in Italia, sul Sub Appenino Dauno? Vi daremo una mano».

Andrey era già stato a Biccari. Assieme ad altri bambini ucraini, quando aveva 7 anni, aveva iniziato a partecipare a dei soggiorni estivi organizzati periodicamente da un’associazione abruzzese, “I Bambini visti dalla luna”, che per anni si è occupata di assistere e accogliere i bambini che vivevano nei dintorni della centrale nucleare di Chernobyl.

Quei soggiorni estivi si sono trasformati nel tempo in una bella amicizia con i ragazzi del paese. Oggi sono tutti adulti, e nel tempo hanno continuato ad alimentare questa loro amicizia a distanza, fino alla proposta di pochi giorni fa. Oksana e la sua famiglia si sono subito messi in viaggio. Un percorso estenuante fatto di check-in, verifiche, ispezioni, code, attese.  Da kiev, dopo 17 ore di auto, hanno raggiunto Luc’k, nell’Ucraina nord occidentale, al confine con la Polonia. Poi almeno altre 10 ore di auto per raggiungere Varsavia e salire a bordo del primo aereo disponibile per Roma. Ad attenderli, all’aeroporto, c’erano gli amici di Biccari che assieme all’amministrazione comunale avevano già predisposto l’accoglienza della famiglia. Staranno al sicuro. Andrey è rimasto in Ucraina, invece. Le sue battaglie adesso non si svolgono più nei tribunali, ma collabora con i gruppi di volontari per assistere le famiglie e i rifugiati. Nel frattempo sta imparando a combattere e presto sarà chiamato al fronte, con la divisa dell’esercito ucraino.

«Starò qui a Luc’k con l’esercito tutto il tempo che serve – ci ha detto Andrey al telefono –, questa è la mia terra, questa è la mia gente, dobbiamo difenderla. Grazie all’Italia, alla comunità di Biccari, agli amici Anna, Michele e Peppino. Grazie al loro invito la mia famiglia è al sicuro. Grazie anche all’Ospedale, ai medici, alle ostetriche, al personale di sala operatoria, grazie a tutti. Non smetterò mai di ringraziarli. Non vedo l’ora di vedere la piccola Nicol, e di riportarla qui, assieme a tutta la mia famiglia. Sarà possibile solo quando smetteranno di cadere le bombe e ci sarà la pace. Speriamo presto. Io non ho paura».

Oksana è al sicuro in Ostetricia. La piccola Nicol, un simbolo di speranza, di pace, di rinascita, è al sicuro in Terapia Intensiva Neonatale. A loro ci penserà l’Ospedale.

Anche il piccolo Luca è al sicuro, assieme alla nonna, grazie all’affetto della Comunità di Biccari.

All’appello manca solo Andrey, al fronte come tutti gli uomini impegnati in guerra. Lui, e tutti coloro che sono costretti a combattere, li affidiamo con le nostre preghiere a San Pio da Pietrelcina, affinché questa guerra fratricida finisca al più presto