La ventiquattresima puntata di “Linea verde” in onda domenica scorso su Raiuno e dedicato all’agricoltura, all’ambiente e a tutto ciò che lo circonda ha lasciato un po’ d’amaro in bocca alla città di San Nicandro Garganico.
Un viaggio che è partito da Termoli e terminato poi in provincia di Foggia sul tracciato degli antichi tratturi della transumanza raccontando storie di agricoltori, cuochi, allevatori, pescatori e artigiani che hanno parlato della storia e, soprattutto, delle sue risorse.
Belle le location di Carpino con i suoi i famosi “cantori”, eredi della grande tradizione della tarantella garganica. Poi le lagune di Lesina e di Varano con Capoiale, Foce Varano e i suoi allevatori di ostriche e lo chef Nazario di Lesina con la “minestra d’anguilla” uno dei suoi piatti storici straordinariamente apprezzato.
Ed ancora la capra garganica con il latte e suoi derivati, dalla ricorra ai formaggi e la vacca podolica con il suo famoso e buonissimo caciocavallo.
Insomma una vetrina nazionale per il nostro Gargano. Un bellissimo spot per il territorio. Peccato che all’appello è mancata, ancora una volta, la città di San Nicandro, se non altro, almeno per il “fiori secchi” che sono tornati prepotentemente di nuovo alla ribalta.
Forse sarebbe opportuno e non più differibile un programma di marketing per la nostra cittadina. Puntare sulla cultura, sul turismo, sulle tradizioni è d’obbligo per una cittadina che vuole crescere.