TURISMO DLLE RADICI PER L’ATTRATTIVITA’ DEI BORGHI

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Il progetto si inserisce nell’investimento per l’“Attrattività dei Borghi” e propone un ampio raggio di offerte turistiche mirate alla vasta platea di italo-discendenti e di oriundi italiani nel mondo. Con tutta l’emigrazione che ha avuto San Nicandro nei corso degli anni, questa potrebbe essere una ulteriore opportunità per l’economia locale.

Il Direttore Generale dell’Unità di Missione per l’attuazione del PNRR del Ministero della Cultura, Angelantonio Orlando e il Direttore Generale per gli Italiani all’Estero della Farnesina, Luigi Maria Vignali, hanno firmato l’Accordo che avvia ufficialmente il Progetto PNRR “Il turismo delle radici – una strategia integrata per la ripresa del settore del turismo nell’Italia post covid-19”, grazie al sostegno tecnico e di indirizzo fornito dal Servizio Centrale per il PNRR.

Il Progetto si inserisce nell’investimento per l’“Attrattività dei Borghi” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e propone un ampio raggio di offerte turistiche mirate alla vasta platea di italo-discendenti e di oriundi italiani nel mondo (stimati in circa 80 milioni).

L’iniziativa, fortemente innovativa, è stata messa a punto dalla Farnesina e dal del Ministero della Cultura grazie ai contributi di un apposito Tavolo Tecnico sul Turismo delle Radici, avviato sin dal 2018 in collaborazione con Regioni, enti locali, centri accademici e di ricerca, enti museali e biblioteche, operatori turistici e comunità di italiani all’estero. Le comunità italiane all’estero verranno così coinvolte in tutto il mondo sia nella valorizzazione della nostra offerta turistica, sia in un’articolata strategia volta a invertire il processo di depauperamento dei borghi italiani. Ritrovare le radici permetterà una riscoperta “a tutto tondo” dei luoghi di provenienza, consentendo ai visitatori di riappropriarsi della cultura delle loro origini anche attraverso tradizioni, testimonianze, artigianato e gastronomia. Un viaggio emozionale per riconoscere e promuovere l’elemento identitario del nostro Paese e sostenere attivamente il rilancio post Covid del nostro turismo e della nostra economia.

“Il turismo delle radici può generare buona economia e diversificare l’offerta turistica fuori dai circuiti tradizionali, puntando a valorizzare lo straordinario legame emotivo che anche le nuove generazioni di italiano o di italo discendenti coltivano”. Lo ha detto il sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova, presentando il volume “Primo rapporto sul turismo delle radici in Italia” realizzato con il contributo del Maeci e curato dalle professoresse Sonia Ferrari e Tiziana Nicotera dell’Università della Calabria. Lo studio mira a fornire concrete linee guida ai responsabili della programmazione turistica dei territori, oltre che a imprese e operatori. Il volume offre numerosi spunti di interesse per le associazioni di italiani nel mondo, così come per gli stessi emigrati e loro discendenti. L’iniziativa si inserisce nella politica di promozione del turismo delle radici, che la Farnesina ha avviato sin dal 2018, con la prima convocazione del Tavolo tecnico dedicato.

Il turismo delle radici può diventare un volano per il turismo italiano e avere sempre più una dimensione economica. Può produrre una ricchezza diversa perché le persone dedicano parte del tempo alla ricerca della propria identità, spesso in luoghi che non sono quelli tradizionali, dal momento che storicamente l’emigrazione è stato un fenomeno dei borghi e delle provincie più che metropolitano. Si può anche innestare un turismo storico sul quale finora gli italiani non sono stati abbastanza bravi.