EDITORIALE DELLA DOMENICA. SCHIAPPARO: LA TERRA DIMENTICATA

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Sono tantissime le opinioni che hanno i cittadini di San Nicandro Garganico sulla problematica dell’istmo Schiapparo. Soli in pochi preferiscono la soluzione degli abbattimenti delle case abusive, cioè tutte, mentre la quasi totalità preferirebbe una soluzione diversa, e cioè, la fine del contenzioso tra i due comuni e una regolarizzazione (anche onerosa) di tutti gli immobili che insistono su quella fascia di terra che è stata dimenticata e di cui, a tutt’oggi, non se ne conosce la destinazione.

A livello politico sono state avviate alcune battaglie che poi sono rimaste momenti senza seguito. Ma deve essere proprio la politica a dare soluzione al problema anche perché nei programmi elettorali delle elezioni comunali questo problema ritorna sempre e quindi è la politica che deve essere protagonista nel progetto di definizione della vertenza tra il comune di Lesina e quello di San Nicandro Garganico.

Nelle elezioni comunali scorse, il programma della coalizione dell’attuale sindaco Vocale ha dato spazio a questa tematica precisando che la parte di territorio che comprende l’Istmo e la Sacca Orientale è occupata abusivamente, per la maggior parte, da sannicandresi e che l’intera vicenda sottende ad un contenzioso secolare sugli usi civici, che vede contrapposti i due comuni di Lesina e San Nicandro Garganico, con enorme dispendio di risorse soprattutto economiche, finora solo a beneficio degli avvocati e dei tribunali.

Vocale specificava anche che, all’esito del giudizio pendente ancora in Cassazione, si deve avviare una nuova stagione di dialogo con il comune di Lesina, al fine di tutelare gli interessi di quanti, pagando tasse e tributi e avendo fatto domanda di condono, desiderano legalizzare la loro posizione.

Intanto però, negli uffici della Regione Puglia giace in qualche cassetto abbandonato il PIRT. Non sarebbe meglio, già da ora, un coordinamento tra i due comuni per la tutela e lo sviluppo sostenibile di quel territorio con un accordo tra i due enti e mettere definitivamente fine a tanti decenni di scontri anche con una mediazione regionale sulla soluzione?

Si sa che queste situazioni non si risolvono in poco tempo in quanto ci sono di mezzo sentenze ancora da scrivere, l’eventuale adeguamento del PIRT e la volontà da parte della regione per una regolamentazione definitiva che chiarisca in maniera definitiva la destinazione di quell’area nella considerazione che la valorizzazione turistica della zona risolverebbe in maniera forte l’economia di una comunità.

Se non si procede in questo modo, nel futuro dello Schiapparo ci sono due certezze, o che tutto rimane così com’è ora oppure la demolizione totale delle costruzioni con un danno ambientale unico in Italia.

Il Direttore