FINANZA: SAN NICANDRO, PECULATO NEL RILASCIO DEI CERTIFICATI DI ACCESSO AI SERVIZI DIGITALI

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I Finanzieri del Comando Provinciale di Foggia, su disposizione della Procura della Repubblica che ha coordinato le indagini, hanno eseguito nella mattinata di ieri, per il reato di peculato, una misura cautelare personale degli arresti domiciliari e un sequestro di beni e utilità nei confronti di P.P. classe 1959 di San Nicandro, “Operatore di Registrazione” presso la Confederazione Nazionale dell’Artigianato di Foggia e designato dalla stessa al rilascio delle abilitazioni e dei certificati per i servizi digitali della Camera di Commercio di Foggia.

In particolare, i certificati della Carta Nazionale dei Servizi e della Firma Digitale, strumenti necessari per l’accesso ai servizi on-line della Pubblica Amministrazione, sono rilasciati su dispositivi informatici, tra cui le Smart Card, i Token USB o Token wireless. Al rilascio di tali dispositivi sono preposti i dipendenti delle Camere di Commercio e gli Operatori di Registrazione delle Associazioni di Categoria firmatarie di convenzioni con le Camere di Commercio e le Autorità di Certificazione (es. Infocert).

Le indagini, partite da una denuncia della Camera di Commercio di Foggia e svolte dai finanzieri del Gruppo di Foggia, hanno permesso di appurare che l’Operatore di Registrazione P.P., in qualità di incaricato di pubblico servizio e, segnatamente, di unico soggetto abilitato al rilascio dei dispositivi informatici presso la CNA di Foggia – sede di San Nicandro Garganico, ha riconosciuto, dal 2016 al 2019, a decine di richiedenti, abilitazioni e certificati digitali per l’accesso al sistema dei servizi digitali della P.A., trattenendo senza titolo i diritti di segreteria relativi alle procedure di identificazione dell’utente e di generazione della firma digitale nonché le somme riscosse in contanti a fronte del rilascio all’utenza dei dispositivi digitali.

Somme di cui si è appropriato indebitamente, senza mai riversarle nelle casse della CCIAA di Foggia, come invece avrebbe dovuto fare, e che a giustificazione delle quali il P.P. aveva esibito, in fase di rendicontazione in CCIAA, bollettini di versamento in conto corrente postale compilati ma mai eseguiti allo sportello.

L’ammanco accertato, di circa 63 mila euro, è stata la somma di cui il Tribunale di Foggia – Sezione del Giudice per le Indagini Preliminari, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto il sequestro preventivo diretto o per equivalente quale profitto del reato a danno delle casse della Camera di Commercio di Foggia, e che i finanzieri hanno assicurato alla Giustizia apponendo i sigilli ad un immobile intestato all’arrestato e bloccando alcune disponibilità bancarie.

La misura detentiva degli arresti domiciliari è stata resa necessaria, secondo il Giudice, per il pericolo concreto di inquinamento delle fonti di prova e di reiterazione di reati della stessa specie.