Siamo all’ultimo miglio della campagna elettorale ed è difficile prevedere quale dei tre candidati sarà il prossimo sindaco di San Nicandro. La valutazione verterà su tanti fattori quali il programma, il carisma di ognuno di loro, l‘effetto delle ospitate dei vari personaggi politici, l‘interesse suscitato dalle interviste sui temi specifici, l‘impatto del porta a porta ed altro. Poi c‘è il consenso naturale delle amicizie, di qualche favore fatto, della ideologia politica di appartenenza, del “sentito dire” da altri che può indirizzare, anche se in maniera minimale, verso scelte definite.
Insomma un puzzle che si dovrà comporre solo alla fine con i risultati certi delle elezioni che si chiuderanno il 4 ottobre. Sono in pochi a sostenere che non ci sarà ballottaggio, anche se potrebbe verificarsi questa ipotesi, ma sarebbe un fatto veramente eccezionale. I più sono convinti che ci sarà il secondo turno e, in questo caso, entrano in ballo ulteriori ipotesi e cioè possibili apparentamenti o lasciar liberi gli elettori di scegliere chi vogliono. Ma anche quest‘ultima ipotesi la si esclude in quanto verrebbe notevolmente penalizzato il candidato escluso dal ballottaggio perché ne andrebbe di mezzo la sua futura esperienza politica che pregiudicherebbe di molto un suo rientro nell‘agone politico futuro.
Ma allora ritorna la domanda iniziale: “Chi potrebbe essere dei tre il vincitore?”
Sicuramente chi saprà convincere l‘astensionismo, cioè coloro che non vanno a votare. Chi avrà la capacità di riuscire in questa impresa sarà il primo cittadino di San Nicandro. Si parla sempre del partito dell‘astensione che non ha simboli ma è il partito più longevo del mondo e che non ha leader e, quindi, più difficile da capire e comprenderne le ragioni. In questo partito ci sono elettori di tutte le età, dai giovani ai vecchi, che rappresentano l‘ago della bilancia e che può fare la differenza a favore di chi saprà intercettare questo mondo.
I tre candidati hanno la potenzialità per fare questo, convincere gli indecisi e smuovere questa assenza di voti a proprio vantaggio assicura risultati positivi a livello numerico e, quindi, un vantaggio competitivo non indifferente che altri possono non aver avere. Quest’area grigia di indecisi, molto spesso, non ha una vera collocazione politica ed a loro occorre che i candidati diano un buon motivo per recarsi al voto, ma anche di votare e non inserire nell’urna scheda bianca. Statisticamente c’è una buona percentuale di elettori che decidono la loro preferenza per chi votare qualche ora prima del loro ingresso in cabina elettorale o proprio all’interno della cabina stessa.
Rimane solo una settimana e si può ancora lavorare in tal senso. Chi crede nella propria proposta elettorale non deve lasciar niente di intentato.
Il Direttore