I primi anni del ‘900, con il progresso tecnologico che si portavano dietro, videro nascere diverse ipotesi di trasformazione e “utilizzo” del Lago di Varano a scopi commerciali e/o militari. Qui di seguito si riporta integralmente l’articolo tratto da “La Stampa” dell’8 giugno 1909.
Nella ricerca dell’autore dell’opuscolo “1912? Armate la Marina”, si poteva essere guidati dal cui prodest.
E siccome nell’opuscolo si sosteneva doversi pagare niente meno che un mezzo miliardo per fare del lago di varano una grande base navale di operazioni, così si poteva supporre che di tale ardita propaganda garganica fosse in qualche modo complice il deputato del luogo, l’on. Zaccagnino.
Ma questi, intervistato dal Giornale d’Italia, dopo aver negato di essere l’autore dell’opuscolo, ha dichiarato: prima che quella pubblicazione uscisse, non avevo mai pensato che si potesse ideare di scavare Varano, che è profondo in media 5 metri, di altri 7 metri.
Anche a me questo pare un progetto troppo grandioso. Ben è vero che l’Austria ha tre grandiosi porti da guerra, tre grandi basi d’operazione, Pola, Scbenicco, Cattaro, ma le condizioni delle sue coste sono diverse e noi dobbiamo adattare le nostre coste e i nostri porti adriatici ai nostri bisogni militari e marittimi, ma non possiamo addirittura creare condizioni nuove.
Non può negarsi però che il Varano ha in Adriatico una posizione assolutamente eccezionale. Esso è come un grande quadrato acqueo di circa 7000 ettari di fronte la regione balcanica, circondato tutt’intorno da monti di elevata e sufficiente altezza.
Dirimpetto, a ben appropriata distanza, sono le isole di Tremiti e la Pelagosa.
Tutto ciò lo rende, nelle deficienti condizioni della nostra costa adriatica assolutamente prezioso per un adattamento ai bisogni della nostra marina da guerra. Tutti i competenti che in questi giorni banno interloquito nella questione, si sono giustamente meravigliati dell’esagerazioni contenute nella nota pubblicazione; non hanno detto però una sola parola contro l’adattamento del nostro bel Varano garganico a qualche uno di guerra.
D’altra parte, da discorsi finiti con tecnici e competenti credo che il lago di Varano si voglia usare soltanto come ben adatto porto di rifugio per le torpediniere. Il nostro bel lago di Varano ha le caratteristiche di un lago alpino; colà vi e una vita ancora primordiale; ivi s’ignora tuttora l’uso o il maneggio della vela e le barche sono spesso cavate nei grossi tronchi di alberi come selvagge piroghe. Selve di canne che alla vista paiono delle terreferme, non sono che isole galleggianti, formate da detriti di erbe palustri su cui le canne vegetano rigogliosamente. AI tempo del Ministero Sonnino, ottenni che la Commissione dei porti includesse il lago di Varano fra quelli nei quali si faranno dei lavori, e si stabilì che si facessero lavori per un milione, ma non ho mai sognato di avere 500 milioni per il Varano.
Il Varano è un lago che ha una media profondità di 4 o 5 metri. Per l’Adriatico questa è già una bella profondità. II porto-canale di Ravenna non ha che 5 metri di profondità ed è un buonissimo porto.
Varano è un lago potenzialmente navigabile ma non può adibirsi alla navigazione perchè è separato dal mare da una duna sabbiosa di 500-600 metri. Scavare adunque un canale profondo 5 metri fra lago e mare, munendolo di buoni moli fino a 5 metri di fondale nel mare, significa rendere il lago effettivamente navigabile e portare così la vita e l’avvenire alle regioni garganiche.
Con un milione di lire già stanziato si scaverà un canale di tre metri e mezzo, si costruiranno i porti e i moli fino a un fondale di tre metri e mezzo nel mare, oltre a una strada che allaccerà il porto alla strada garganica, ma ci vorrebbero alcune centinaia di mila lire perché il canale e i moli raggiungessero i fondali di 5 metri quale è appunto in profondità del lago.
Ma è già un primo passo quello che abbiamo fatto e una ciliegia tira l’altra.
– E non si faranno maggiori lavori?
Noi siamo modesti e per ora ci contentiamo di questo perché a noi prende che il lago diventi navigabile. Ma la ragione precipua per cui questi lavori sono e stati approvati con la legge è, come dissi, quella di avere nel Varano un buon rifugio per le torpediniere. Per ciò appunto i fondali sono stati stabiliti a tre metri e mezzo; e sono ben lieto che la Marina, per la mia iniziativa e l’opera mia intendesse svolta durante la campagna portuale, potrà avere fra breve nel Varano a sua disposizione un porto per il rifugio delle sue torpediniere.
Sono già allo studio i progetti e fra un anno al massimo i lavori saranno appaltati.
– Ma oltre gli scopi guerra, Il Varano non può essere utilizzato per scopi economici?
lo sono convinto che il Varano ha un grande avvenire per lo meno commerciale, poiché messo in comunicazione col mare è diventato, in effetti navigabile, cagionerà la messa in valore della regione garganica, meravigliosamente bella, pittoresca e feconda. Questa, separata come è ora dal resto d’Italia, è ancora come allo stato vergine. Messa in comunicazione col mare, si presta ud uno sfruttamento e ad un incremento non dissimile da quello delle terre balcaniche così vivamente agognate dai commerci moderni e che sono al Gargano di fronte.
– Ma non vi è Laggiù molta malaria?
Vi è un dislivello costante del lago sul mare, di circa 50 centimetri e questo produce ai bordi del lago, delle paludi malariche. Ma quando si sarà aperta una comunicazione tra il lago e il mare, il dislivello cesserà, le acque del lago diventeranno salse e sane, come è per la Laguna Veneta, e non vi sarà più malaria.
Restano i paludelli intorno l lago ma si tratta di una zona che non supera i 300 ettari e vi si stanno già eseguendo bonifiche. Restano ancora le isolette di canne galleggianti sui detriti, prediletti ricoveri di anofeli, ma si possono distruggere con qualche centinaio di lire.
E’ assolutamente certo che appena sarà scavato il canale e saranno compiute le bonifiche in corso che hanno fondi e residui sufficienti in bilancio, non vi sarà più malaria.
Del resto il lago di varano fu già un buon porto in tempi antichi: portus Uriae.
Nelle circostanti colline vi è ancora qualche rudero della antica e importante città di Uria.
L’onorevole Pietro Foscari telegrafa da Venezia alla Tribuna, pregando di smentire in modo assoluto qualsiasi sua relazione con l’opuscolo sul “1912?”.
Domenico Sergio Antonacci