PERCHÉ SI DICE…

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(carrellata di alcuni detti, che spesso citiamo senza sapere il perché)

9 PEZZE DA PIEDI

Anche questo era un detto diffuso nelle forze armate di tutta l’Italia e in particolar modo in voga, che io sappia, fino ai tempi della prima guerra mondiale. Difatti in quel periodo, tra l’equipaggiamento che lasciava molto a desiderare, ai militari venivano date in dotazione le scarpe che erano di due sole misure, pertanto a coloro che venivano assegnate scarpe grandi i piedi in esse ballavano provocando dolorose ferite e allora i soldati erano costretti a riempire gli spazi vuoti con apposite pezze di poco valore e a volte mancando queste facevano da pezze parte delle fasce che avvolgevano le gambe che fungevano da calze.  Per molto tempo queste scarpe furono usate solo dalle classi elevate e dai guerrieri, poi il loro uso si estese e furono usate dai soldati di truppa e questo fino alla prima guerra mondiale. Da qui ne deriva il significato di una persona detta anche oggi “pezze da piedi” detto che viene attribuito oggi ad una persona sciatta, ad una persona di poco conto, ad una persona insignificante oltre ad avere anche il significato di una persona di poco valore, di infimo grado, insomma un uomo da quattro soldi.

 

10 JÈ NU SCAZZAMURRÈDD’

(È un folletto)

Questo detto è proprio di questo paese e viene rivolto per lo più a quei ragazzi molto vivaci che non stanno fermi un momento, che dentro casa buttano, come suol dirsi, tutto sossopra e fanno, specialmente se in compagnia con altri coetanei, un diavolerio, un putiferio, un baccano infernale. È la madre, che spesso, esercita il richiamo, anche se in tono amorevole, gli dice la frase: “Sì pégg’ d’ nu scazzamurrèdd’”, vale a dire sei un terremoto. Difatti “u scazzamurrèd’” nel nostro paese si identifica in un folletto che

fa cose strabilianti come: mettere sottosopra ogni cosa, cambiare il posto alle suppellettili, dispettoso da farti sparire oggetti dentro casa, stutà lum’ e tubb’ e tutto questo finché in testa portava la scazzétt’la.