SAN NICANDRO E GLI ORI DEL CARNEVALE

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Di tutta la Regione Puglia, la Capitanata è l’ambito culturale dove nell’800 risulta documentata una produzione orafa. Le botteghe sono concentrate soprattutto nei centri garganico di Monte Sant’Angelo e di San Marco in Lamis. Gli ornamenti conservati nelle collezioni museali, nelle raccolte di famiglie sono per lo più produzioni ottocentesche…..

La crescita della domanda popolare abbassò inevitabilmente la qualità e il pregio artistico degli ornamenti, producendo una democratizzazione dei gioielli…….

L’oreficeria tradizionale si distingue per l’impiego di leghe auree di basso titolo, lavorate in lamine ritagliate e stampigliate con uso di punzoni che gli orafi producevano appositamente in grande varietà. L’apparato ornamentale fa sovente ricorso ad applicazione in filigrana e granulazione ed all’uso di corniole, conchiglie e corallo, cristalli di vetro colorato, medaglioni di porcellana dipinti. Con tecniche antiche e materiali di scarso pregio, gli orafi dei centri garganici sono riusciti a realizzare piccoli capolavori di creatività in equilibrio tra tradizione e suggestioni di varia provenienza……

La “susta”, tipico ornamento nunziale delle “pacchiane”, secondo la tradizione nasce composta da tre placche auree, una centrale sagomata, con figure di santi incise e due laterali decorate a motivi floreali. I tre pezzi erano fissati ad un nastro di velluto legato al collo…….

La creatività degli orafi garganici si è distinta soprattutto nella diversificazione di diverse forme di orecchini.

(le foto e la descrizione sono tratte dal libro “Ori del Gargano” a cura di Anna Maria Tripputi e Rita Mavelli)