Per chi ha letto di politica sa quanto è difficile individuare chi è veramente un buon amministratore. Anche i cittadini non sono da meno in quanto tutto è finalizzato al consenso che rappresenta un interesse reciproco, nel senso che si vota qualcuno che poi mantiene le promesse elettorali. Tale consenso diventa fragilissimo nel momento in cui le promesse elettorali rimangono solo scritte nei vari programmi delle coalizioni.
Oggi, per avere successo, occorre parlare alla pancia del popolo ed allora il popolo diventa sovrano e la politica diventa populismo. Insomma occorre una mediazione culturale tra politica e populismo, tra il vero è il falso, tra quello che è giusto E quello che è sbagliato. Ecco che si parla di cultura politica, cioè rete di relazioni ove quello che potrebbe essere un conflitto dovrebbe trasformarsi in argomenti di vicinanza e di informazioni e, quindi, riconoscere l’altro. Purtroppo tutto questo diventa difficile sia nella politica nazionale che in quella delle periferie, cioè nei comuni italiani.
Ma, oggettivamente, che significa essere buoni amministratori? Proviamo a fornire nelle indicazioni che sono largamente condivise dalla “politica della cultura”.
Governare significa avere a cuore i problemi della comunità in cui si vive amministrando anche con decisioni a volte scomode se sono però utili e necessarie per la comunità senza pensare alla ricerca del consenso.
Altra dote deve essere quella della trasparenza, della onestà e della disponibilità senza nessun favoritismo.
La disponibilità deve essere estesa, oltre che alla comunità che si amministra, esplicitata con tutte le istituzioni anche se di segno politico diverso e, quindi, con la minoranza del suo governo cittadino.
La trasparenza dell’amministratore deve essere totale perché gli elettori devono conoscere con precisione come e perché si spendono i soldi pubblici.
Ed ancora, occorre una consolidata collaborazione con le varie organizzazioni del territorio, enti e associazioni dando spazio a incontri, dibattiti sui problemi della sua comunità partecipando attivamente con l’ascolto e non solo con il patrocinio proprio per poter aver conoscenza dei tanti problemi che vengono posti e discussi.
Un buon amministratore deve fare squadra con la sua coalizione fino ad arrivare ad essere un modello per la sua comunità.
Ricordare sempre che il suo lavoro e la sua disponibilità devono riguardare tutti i cittadini e non solo quelli che lo hanno votato. Solo con questo comportamento può avvicinare quelli che non sono i suoi elettori facendo di lui un esempio di coerenza politica della sua funzione.
Il Direttore