Egregio direttore, volevo ringraziarla a nome mio e di tutti i partecipanti (e ci dispiace di averne esclusi ancora tanti per la sola questione della logistica, perché oggi il Gargano interno non ha strutture ricettive grandi) alla VI A edizione della nostra passeggiata semestrale (una in primavera e l’altra in estate) attraverso tutto il nostro Gargano da nord a sud o viceversa, per l’attenzione che ci ha dedicato per il cammino percorso attraverso questa nostra montagna per conoscerla meglio e farla conoscere, soprattutto, alla moltitudine di gente nel mondo che del nostro Gargano conosce solo posti di mare (Rodi, Peschici, Vieste e Mattinata) o, al massimo, la Foresta Umbra( e chi meglio di lei può essere un veicolo pubblicitario per questa terra?). Luoghi incantevoli ma che rappresentano solo circa il 10% delle bellezze e dei luoghi di ciò che questo nostro acròcoro ha in seno e ancora del tutto sconosciute, o quasi, alla massa (non so se è un bene o un male che ciò sia). Una passeggiata di cinque giorni densa di emozioni, luoghi di una bellezza mozzafiato, natura incontaminata, arte, storia, fede e leggende ancora viventi come solo il nostro promontorio ha insite nel suo ventre e ce le regala, solo te le sai cercare e che noi dell’ Associazione “Gargano Coast to Coast” vorremmo divulgare, sempre più, con l’unico fine di creare un turismo alternativo e destagionalizzato, ambientale, culturale, di fede e storico fruibile tutto l’anno e spalmato sull’intero territorio. Un itinerario che, in larga parte, è stato preso dalle cronache storiche del tempo della gentildonna Matilde di Canossa che, come altre gentildonne, papi, imperatori, re, regine e miriadi di pellegrini nell’arco di oltre 1500 anni, hanno percorso per rendere voluta visita al nostro caro “Arcangelo Michele” sul nostro Gargano. E’ stata una passeggiata vera, senza affanni e senza tempo (fatta eccezione per le distanze giornaliere, alcune volte eccessive ma necessarie per raggiungere la meta, ma tutti noi non abbiamo mai avuto un attimo di tema, anzi, entusiasmo e buon umore), di uno “slow walking” straordinario, gustandoci, pezzo per pezzo, ciò che la tela artistica e naturalistica del Monte Gargano ci offriva ad ogni passo e durante le ore del giorno! Salutandola cordialmente e ringraziandola sempre dell’attenzione che dà a noi, le invio il diario dei cinque giorni trascorsi a passeggiare nel nostro Gargano da costa a costa.
DIARIO DEI CINQUE GIORNI DI TREKKING DALLE ISOLE TREMITI A MANFREDONIA
1° GIORNO 26 AGOSTO: TORRE MILETO – ISOLE TREMITI – TORRE MILETO. Km. 15. Difficoltà: minima.
Partiti da Rodi G. alla volta delle Isole Tremiti per ripercorrere le orme degli uomini che le hanno fatte grandi nel tempo. Sbarco all’isola storica di S. Nicola. Ci accoglie la cinta di mura e il Portone della Difesa. Sui bastioni angioini gustiamo panorami marini ed azzurri senza orizzonti. Poi, la chiesa di S. Maria dell’Assunta, il chiostro del monastero con i pozzi storici e via, di corsa, sulla Piana degli Asini…Spazi infiniti fino ad arrivare alla “casa di Giulia”, nipote dell’imperatore Augusto, che qui fu posta in esilio per aver ripudiato, per amore, Tiberio imperatore. Arrivo al cimitero libico dove riposano in pace i deportati libici del 1911. Poi, il piccolo cimitero tremitese dove le pietre e le foto raccontano di donne, uomini e marinai che sembrano essere i protagonisti delle più belle canzoni del mai abbastanza compianto Lucio Dalla. Visita alla tomba di re Diomede con le tombe dei suoi guerrieri che la circondano. Guerrieri achei che poi, la dea Pallade Atena trasformò in uccelli diomedee e ancora piangono il loro re ogni sera al tramontar del sole. E poi giù, alla marina dove ci attende Alfredo vero “lupo di mare” per la circumnavigazione delle isole. “Isole belle che di giorno vengono inondate di luce dal sole e il mare cristallino e trasparente circonda di blu immenso queste terre della fede, della solitudine, della storia, degli approdi leggendari, del dolore, dell’amore e del silenzio, incastonando, con la spuma delle sue onde, queste gemme della natura dove ogni anfratto, grotta o cala diventa magia e mistero, mentre di notte ti parlano di storia e ti ispirano al sentimento”. Sbarco a S. Domino per visitare luoghi mitici ed incontrare tanti amici di sempre e per sempre come Arturo e la sua famiglia, Gino, Pinuccio, il sindaco per antonomasia di questo arcipelago e poi, Alfredo (vero lupo di mare da salvaguardare, perché razza di uomini in estinzione), Marilù e Fabio. Poi, la sera, tutti a cena a “Cala del Principe” con la nostra torre aragonese che ci sovrasta solinga e abbandonata. Sullo sfondo la scogliera, lo sciabordio del mare, le isole Tremiti sullo sfondo e la costa garganica di levante fino a Peschici. Dopo le prelibate libagioni locali, le magiche note di una chitarra si espandono per l’aria calma, con canto melodico e dolce, di ballate garganiche suonate da Leonardo Giagnorio, ci accompagnano dandoci la buona notte!
2° GIORNO 27 AGOSTO: TORRE MILETO – GROTTA S. MICHELE CAGNANO V. Km 35. Difficoltà: minima.
Partiamo dalla nostra Torre aragonese di Mileto e percorriamo l’antico e storico “tratturo comunale” che collegava le due torri aragonesi tra flora mediterranea. Mare incontaminato, scogliera bellissima, con anfratti solitari e ruderi del porto romano sito fra le torri di Mileto e Cala Rossa. Saliamo alla “Grotta dell’Angelo”, che fu, dopo Monte S. Angelo, uno dei primi siti del culto micaelico nel mondo. Grotta magica, esoterica e con panorama mozzafiato dagli sterminati orizzonti. Arriviamo nella Città di Devia dove tutto parla di antichi fasti bizantini, di rovine, abbandoni e depredazioni. Visitiamo la chiesa di S. Maria di Monte d’Elio con i suoi affreschi bizantini dove c’è l’unico affresco al mondo in cui l’Arcangelo Gabriele annuncia a Maria l’arrivo del Cristo, non con il giglio ma col “cubo della fede”. Ci riceve Franco, “l’ultimo juppano”, con Giovanna e i figli offrendoci il rinfresco bizantino che era uso a Devia quando arrivavano ospiti graditi fatto di acqua fresca, frutta di stagione e dell’eccellente vino rosso freddo estratto da un antico vitigno autoctono. Scendiamo per Coppa del Vento arrivando alla città militare morta (ex idro scalo Ivo Monti) e grazie alle “dritte” di Anna e Gino, ritroviamo le sorgenti di acque fresche dove riposiamo le accaldate membra…E poi, di corsa alla Grotta di S. Michele di Cagnano Varano, in località Puzzone. Durante il tragitto, di una delle più belle strade del Gargano ancora sconosciuta ai tanti, non ci manca la frutta, perché i bravi e facoltosi cagnanesi hanno piantato, lungo il tragitto, tanta di quella frutta che sembra di essere nel “giardino incantato delle Esperidi”. Arriviamo alla Grotta di S. Michele dove il tempo si è fermato. Tutto è sacro, magico, esoterico e la fede si sprigiona da ogni stilla che gocciola. Ci sono orme di pellegrini scavate nel pavimento, affreschi, altarini devozionali, la pozza della stilla di acqua purissima e potabile e poi, sull’altare maggiore c’è il nostro Arcangelo Michele. La sera sulle sponde di un lago dorato che diventa rosso fuoco grazie ad un tramonto incantato, ci aspettano e ci ospitano nella loro villetta che si specchia nel lago…ALLA GRANDE… Daniele e la sua famiglia e, dulcis in fundo, arrivano le note belle e struggenti di una chitarra suonata ad arte da Leo. Note che si spandono nella notte stellata ed imbalsamata di effluvi e le nostre voci ne fanno un compendio romantico riempiendo la notte di poesia…e di colpo, a sorpresa, Daniele ci offre anche uno spettacolo pirotecnico delle grandi occasioni!
3° GIORNO: 28 AGOSTO: CAGNANO VARANO – BOSCO QUARTO – CASA NATURA. Km33. Difficoltà minima.
La cittadina di Cagnano Varano ci dà il buongiorno con armonia e vivacità. Dopo aver dormito benissimo nel B & B “ATLANTIDE” dell’amico Tonino, attraversiamo il centro storico del “Cavut”, e dopo la “discesa Palladino” (che fu uno dei più grandi anarchici del movimento nel mondo), attraverso un dedalo di straduzze ci incamminiamo per l’erta salita, detta :”la via vecchia di Manfredonia” che ci porta prima all’ altopiano arieggiato delle Falcare. Poi, finalmente ci appare finalmente Bosco Quarto con la sua cerreta. Uno dei pochi boschi, ancora autoctoni del nostro Gargano interno. Natura incontaminata e bosco magico dove gli alberi bucano il cielo e sembra che, durante il nostro cammino, dovessero sbucare, da un momento all’ altro, satirelli e ninfe, timidi elfi e fate che sedute su delle radure tessono, sull’ arcolaio del tempo, la vita degli uomini e poi, tagliando il filo della vita all’improvviso, affidano l’anima all’ Arcangelo Michele e il corpo alla terra. Anche questa è la magia del bosco Quarto. Ad un tratto, come oasi in deserto verde, ci appare “Casa Natura” dove ci aspetta Cosimo, eccellente padrone di casa, che sa come prenderci per la gola con la mitica antica pietanza della festa delle nostre aree interne:”laina, ceci e baccalà”. Poi tutto è pace, solo il singulto del cuculo e del gufo ci scandiscono le ore di una notte stellata all’ interno della foresta più ima di bosco Quarto. Mentre Leo e Martina scelgono di dormire in tenda, alcuni di noi si gustano ancora qualche scampolo di notte su delle amache a rimirare questo cielo garganico immenso e pieno di stelle.
4° GIORNO: 29 AGOSTO: BOSCO QUARTO – CASA NATURA – MONTE S. ANGELO. Km 26,500. Difficoltà minima.
Dopo aver salutato Cosimo nel suo “tempio della pace, del silenzio ed eremo verde” di Casa Natura, nel cuore di bosco Quarto”, oltre che eccellente padrone di casa ma degno figlio di cotanto padre Michele e cuoco eccelso, attraversiamo il bosco incantato ove gli abitanti del bosco(caprioli, volpi e lepri) ci guardano nascosti, pavidi e curiosi. Arriviamo al bivio storico dove la vetusta Augusta Langobardorum (quella vera) si divideva e una parte scendeva per la valle Carbonara o dei carbonai, mentre l’altra si inerpicava sul sopramonte, verso località Cassano, fino a quasi 900 m s.l.m. e poi scendeva dritta a Monte S. Angelo passando sotto la mole del castello. A “casa natura” ci raggiunge anche l’amico Nicola Tricarico e tutti noi, come novelli pellegrini che si arrampicano per gli alpestri sentieri del monte Gargano per rendere visita all’ Arcangelo Michele nella sua spelonca sacra, ci incamminiamo fra i panorami mozzafiato dei valloni dell’Arcangelo, del golfo di Manfredonia, dove il mare è un lenzuolo di raso celeste e il cielo si confonde in esso nella foschia meteorologica e dell’anima. Altri panorami si parano davanti come quelli del Gargano interno con le sue vette del sopramonte dove spiccano lontano le vette di Monte Sacro, Foresta Umbra, Monte Spigno, Monte Calvo e Monte Nero, oltre il monte del Vulture, La Murgia e altri monti, mentre nella valle ci appare la splendida e riposante valle Carbonara. Arriviamo a Monte S. Angelo, la nostra piccola grande “Gerusalemme garganica” che ci accoglie con le sue casette bianche e adornate di fiori e dalle quali esce un aroma inconfondibile di buoni pranzi tipici. Invece, Giuseppe ci aspetta con la sua consueta affabilità e pazienza al grido orgoglioso di:” Mont e Sant M’ chel son i mia”. Con Franco, oltre a svelarci tanti segreti della basilica sacra, ci portano in altri luoghi storici e magici tanto che posso affermare senza ombra di dubbio che se esiste una Roma e una Napoli sotterranea, certamente esiste una MONTE S. ANGELO SOTTERRANNEA ANCORA DEL TUTTO SCONOSCIUTA! Poi, la serata diventa, ancora una volta, magica quando arriviamo a casa di Michele ed Ileana che ci ospitano a cena a base di pietanze antiche rigorosamente garganiche! Ileana e Michele ci accolgono affabilmente con i nostri pranzi tipici di sempre come la capra acqua e sale ed arrosti nostrani. Splendidi e genuini padroni di una casa con vista mare all’infinito e sul vallone di Stampo d’Orlando, dove il tempo si è fermato! E poi, vino a fiumi con vista all’ infinito su una Puglia sottostante e con una coperta fatta “solo” di un cielo di stelle.
5° GIORNO: 30 AGOSTO: MONTE S. ANGELO – CHIESA DI S. MARIA DI SIPONTO – TENUTA DI MONTENERO. Km percorsi 17 su 27. Difficoltà minima.
Abbiamo dormito meravigliosamente bene (anche se solo per poche ore, almeno io e il mio capitano Michele) all’ Hotel S. Angelo dove non ci manca Il panorama dei valloni degli eremi dell’Arcangelo Michele, panorami che si parano davanti della Puglia e di altre regioni all’infinito ci danno il buongiorno. Attraversiamo i quartieri dello Junno e del Camine con le magiche casette tinte di calce bianca e poi, giù verso la “scala santa” di Scanna Mugliere dalla quale arrivarono i primi vescovi per annunciare al mondo che il nostro Arcangelo era volato dalle lontane terre della Caldea fin sulle balze del nostro Gargano. Scala santa composta di oltre 800 gradini scavati nella viva roccia che porta fino allo “Jazzo Ognissanti” dove la leggenda sacra diventa storia e la storia diventa fede pura! Ci appare il primo affresco dell’Arcangelo guerriero che non è biondo ma è il volto di un arcangelo vero, dallo sguardo sicuro e vincente col volto bruno e i capelli ricci e neri. In questo luogo ogni pietra ti parla raccontando la storia del mondo. Oggi, invece, tutto è abbandono e dimenticato! Poi, arriviamo nell’assolata Manfredonia, attraversiamo tutto il lungo mare che ci porta alla vetusta Siponto, dove un giorno arrivarono i profughi troiani e raccontarono “l’altra storia” che Omero mai narrò! Infine, ecco, da lontano il “Torrente delle Brezze” con le sospirate “chiare, fresche e dolci acque” dove le nostre “mai stanche membra” bagniamo. Come ogni anno, quando terminiamo la nostra passeggiata, c’è la desiderata visita alla chiesa di S. Maria di Siponto dove tutto il culto dell’Arcangelo Michele nacque, grazie al vescovo S. Lorenzo Maiorano e poi, dopo il ringraziamento scritto, come da tradizione, andiamo via nella nostra “Tenuta di Montenero” dove ogni salmo finisce in gloria e a tavola. Mentre Alfonso osa sfidare Pippo (il cervo) ma con scarso successo… ha…ha…ha! Infine, ancora una volta, una voce calda e melodiosa accompagnata da una chitarra solitaria risuona nel sopramonte dalla notte stellata. E’ l’amico Leo che ci ha fatto compagnia nelle notti del trekking con la sua voce e i suoni di questa magica montagna. Abbiamo percorso in 5 giorni circa 130 km a piedi. percorso lungo ma UNICO PER LA SUA BELLEZZA! Arrivederci alla prossima … CHISSA’ DOVE…E DOVE CI PORTERA’ IL CUORE PULSANTE DI QUESTO MONTE! GARGANO…TERRA CHE POI, MI SCOPPIA DA SEMPRE E PER SEMPRE NEL CUORE!
CON STIMA.
On. Nino Marinacci