Il porcellino di S. Antonio
ingannò il demonio
con al collo la campanella
aggirò la sentinella
nell’inferno s’intrufolò
tutto il giorno lì restò.
Tra i diavoli vi fu scompiglio
non trovando il nascondiglio
chiesero al Santo per cortesia
affinché se lo portasse via
e Lui col bastone
li rubò il tizzone.
Il diavolo arrabbiato
contro i due ha scagliato
il coltello al porcellino
al Santo un carboncino
e per colpa del demonio
ebbe il fuoco S. Antonio.
Il porcello non fu sepolto
ma squartato in ogni parte
per mantenere a tante lune
fece la carne a salume
rase i peli col coltello
e confezionò dei pennelli
con il sangue la farinata
con il lardo la pomata.
La gente di ogni loco
fa cerchio intorno al fuoco
danza e canta mascherata
per non essere individuata
beve vini saporiti
fa legumi abbrustoliti
carne arrosta con il sale
fino a tutto Carnevale.
Così passa l’inverno
e il diavolo resta all’Inferno.
Viva evviva S. Antonio
che ha gabbato il demonio.
Antonio Monte