DIVIETO DI FUMO IN SPIAGGIA, PRONTI A DENUNCIARE I SINDACI

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Dal Corriere del Mezzogiorno si apprende l’invito del Codacons ai prefetti: «Solleciti i sindaci sui divieti, siamo pronti a denunciarli»

Una sola città, Porto Cesareo, ha già bandito il fumo in spiaggia. Dal 1 giugno i vigili urbani – su ordine del sindaco Salvatore Albano – sanzioneranno i trasgressori con multe fino a 500 euro. «È una battaglia di civiltà nei confronti soprattutto delle famiglie», aveva detto il primo cittadino salentino subito dopo aver firmato l’ordinanza.

Nei giorni scorsi Domenico Vitto, sindaco di Polignano a Mare e presidente regionale dell’Anci, ha annunciato una forte sollecitazione nei confronti dei sindaci rivieraschi della regione affinché seguano il modello di Porto Cesareo. «Dopo i ballottaggi – aveva detto al Corriere del Mezzogiorno – convocherò una riunione con tutti i sindaci». Obiettivo: avviare le ordinanze già dal 1 luglio.

In questo scenario ora scende in campo il Codacons, guidato a livello nazionale dal presidente Marco Maria Donzelli, che ha annunciato una diffida ai prefetti pugliesi affinché intervengano sui sindaci per far vietare il fumo in spiaggia. «Negli ultimi anni si sono moltiplicate in Italia le ordinanze comunali che vietano il fumo in spiaggia, ma in Puglia non è stato fatto ancora abbastanza per tutelare la salute dei bagnanti dai rischi connessi al fumo e per difendere l’ ambiente – spiega il Codacons – La necessità di tutelare la salute pubblica dai pericoli legati al fumo passivo (si ricorda che il fumo provoca 80 mila morti l’ anno solo in Italia), associata all’ esigenza di difendere l’ ambiente dai mozziconi di sigaretta lasciati sulla sabbia che impiegano fino a 5 anni per decomporsi e inquinano i mari più della plastica, deve portare a vietare il fumo sulla totalità delle spiagge della regione».

Il Codacons, infine, ha annunciato il pugno di ferro se non dovessero essere adottate misure urgenti anti-fumo. «Nei prossimi giorni denunceremo i Comuni pugliesi per concorso in inquinamento e in danneggiamento aggravato del patrimonio naturale», hanno concluso dal Codacons.