Vicenda grottesca, quasi inverosimile, non fosse tragicamente seria e pericolosa.
Lucera, fine giugno, una signora anziana, 83enne, fa il suo ingresso al Comando Stazione Carabinieri di Lucera. Il militare di servizio alla caserma la vede in difficoltà, è scossa e dopo averla fatta accomodare in sala d’attesa, giusto il tempo di riprendersi, la accompagna dal Comandante della Stazione.
“Maresciallo mi senta, devo denunciare mio figlio”. Triste, demoralizzata, la voce tremante, rotta più volte dal pianto; la donna racconta una serie di episodi che vanno avanti da anni. Suo figlio, ha oramai 60 anni, una sua famiglia, un’altra casa, ma non si rassegna a chiederle continuamente somme di denaro…..10, 20, 30 euro alla volta fino ad essere arrivato ad oltre 300 euro al mese.
Racconta l’anziana che le richieste di denaro sono continue, assillanti, insistenti; non solo: precisa che quando lei cerca in qualche maniera di opporsi, anche perché l’esigua pensione talvolta non basta neanche a lei, allora il figlio diventa intrattabile, irascibile. Grida, urla, sbraita, la minaccia di morte, si scaglia con calci e pugni contro la porta della sua abitazione, fino ad essere arrivato, in un episodio, ad appiccare il fuoco a tale porta.
I carabinieri, annotano, trascrivono e trasmettono in Procura, cercando utili elementi di riscontro agli inquietanti fatti narrati dalla donna. Quello che però accertano, fa capire loro che la situazione è davvero difficile e va affrontata tempestivamente, cosa che anche il Sostituto Procuratore titolare del Procedimento Penale instauratosi, comprende. Difatti, i militari scoprono che nonostante la denuncia, le condotte moleste e minacciose finalizzate alla continua richiesta di denaro, da parte del S.M. (queste le iniziali dell’uomo), nei confronti della donna sono proseguite imperterrite e sono idonee a mettere a serio repentaglio la sicurezza e la serenità della stessa.
L’ultimo episodio risale al 23 settembre scorso; nuovamente l’uomo si è presentato presso l’abitazione della madre e con calci, pugni alla porta d’ingresso, minacce di morte, ha per l’ennesima volta cercato di estorcerle del denaro; la donna questa volta ha avuto la prontezza di chiamare il 112, chiedendo l’intervento dei Carabinieri, condotta questa, che ha sortito l’immediato effetto di spaventare il figlio, che si è dato prontamente a gambe.
La nuova annotazione redatta dai militari ha fatto sì che il quadro indiziario fosse ancora più chiaro; il Sostituto Procuratore titolare del procedimento ha valutato l’indefettibilità di una richiesta di misura cautelare tale da poter interrompere la reiterazione dei comportamenti violenti. Nella giornata del 04.10 u.s. il GIP presso il Tribunale di Foggia ha fatto sua la citata richiesta spiccando apposita ordinanza con cui è stata disposta la custodia cautelare in regime di arresti domiciliari del S.M..
La misura è stata eseguita nel tardo pomeriggio dello stesso giorno, dagli stessi Carabinieri della Stazione di Lucera, che, terminata la redazione degli atti e le formalità di rito, hanno ristretto il prevenuto presso il relativo domicilio.